I Comuni stanno lavorando per emettere le delibere relative alla Tasi e il risultato è tutt’altro che favorevole al contribuente rispetto a quanto pagato di IMU nel 2013 e anche nel 2012.
Ad esempio:
In generale, secondo i primi calcoli, le città dove si rischiano gli aumenti maggiori sembrano Ancona, Aosta, Bologna, Brescia, Cagliari, Firenze, Forlì e Genova.
Promemoria sulle aliquote:
Va però precisato che lo 0,08% aggiuntivo deve essere spalmato fra prime e seconde case,questo significa che i Comuni non possono alzare di questa percentuale entrambe le aliquote. Se la utilizzano interamente per le prime case, non hanno più nessun margine per agire sugli altri immobili e viceversa. Oppure possono dividerla, per esempio alzando dello 0,04% l’aliquota sulle prime case e di analoga percentuale quella sugli altri immobili.
Promemoria scadenze:
La prima rata di acconto si paga il 16 giugno, il saldo a dicembre. Tale divisione non vale però nei Comuni che non avranno deliberato nuove aliquote entro il prossimo 23 maggio: in questo caso non si pagherà l’acconto sulla prima casa a giugno ma si verserà direttamente il conguaglio (che corrisponderà quindi all’intera tassa) a dicembre, in base alle aliquote che a quel punto dovranno essere state approvate obbligatoriamente. Questo per quanto riguarda le prime case, per gli altri immobili, nel caso in cui non ci siano nuove delibere entro la fine di maggio, l’acconto si pagherà applicando l’aliquota base della TASI (0,1%), a cui bisogna sommare l’IMU (con le aliquote dello scorso anno) e poi a dicembre si effettuerà il saldo. In realtà, su questo punto sono attesi chiarimenti, perchè la Legge di Stabilità prevede che la somma di TASIe IMU non possa superare l’1,06% ma le modifiche introdotte dal decreto Slava Roma alzano questo limite all’1,14%. Resta il fatto che, nei Comuni in cui già nel 2013 l’IMU sulle abitazione diverse dalla prima casa era all’1,06%, i contribuenti in mancanza di nuove delibere rischiano di dover pagare un acconto (del 50%) basato su un’imposta totale dell’1,16 (1,06 + 0,1%).
FONTE: www.pmi.it
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