Di cosa parliamo realmente, quando parliamo di tasse sull’acquisto della seconda casa?
Da un punto di vista fiscale esiste un netto scarto tra prima e seconda casa da intendersi come abitazione con annesse pertinenze che non sia destinata a essere l’abitazione principale.
Nella categoria seconda casa rientrano sia gli immobili acquistati a scopo di investimento, sia quelli sfitti non occupati, le case utilizzate per le vacanze o qualsiasi altro immobile nel quale il proprietario non sia anagraficamente residente insieme al proprio nucleo familiare.
E’ importante ricordare che le imposte cambiano in base a che l’acquisto venga fatto da un privato o impresa, esenti da iva oppure, da imprese soggette ad iva. Ecco alcuni dei tributi più antipatici ma a cui bisogna purtroppo ottemperare.
L’imposta ipotecaria è dovuta ogni qual volta si debbano eseguire le formalità di trascrizione, iscrizione, rinnovazione e annotazione presso i pubblici registri immobiliari. L’imposta colpisce in sostanza il passaggio di proprietà di un immobile, nonché l’iscrizione di un diritto o di qualsiasi vincolo su di esso.
Ogni atto in cui si pattuisca la vendita, la donazione, il passaggio per successione di un immobile, la costituzione di diritti o l’iscrizione di ipoteche su di esso è pertanto soggetto sia ad un’imposta ipotecaria, date che tale atto deve sempre essere annotato presso la conservatoria dei registri immobiliari, sia ad un’imposta catastale, in quanto ne è obbligatoria la voltura in catasto.
L’imposta di registro trae la sua origine dall’obbligo o dalla volontà, da parte dei cittadini, di annotare ogni atto scritto (contratti, scritture private, costituzione di enti o di società, sentenze, decreti, ecc.) presso un registro pubblico, allo scopo di non poterne più modificare la data e il contenuto.
Con la registrazione dell’atto di vendita e la relativa trascrizione, il notaio provvede a corrispondere le imposte per conto dell’acquirente. Quest’ultimo però deve pagare anche la parcella del notaio.
In questo caso l’acquisto della seconda casa comporta il pagamento delle seguenti imposte:
In questo caso invece, si devono pagare le seguenti imposte:
Mettendo il caso volessimo comprare una casa, ecco i calcoli che dovremmo fare per far fronte alle spese.
Prima di tutto bisogna calcolare valore catastale di un’immobile: si ottiene moltiplicando la rendita catastale dell’immobile per un coefficiente fisso che nel caso della prima casa è pari al 115,5, mentre nel caso della seconda casa è pari a 126.
Ipotizzando quindi di avere un immobile di 200.000 euro con una rendita catastale pari a 1.500, la prima cosa da fare è calcolarci il valore catastale andando a moltiplicare la rendita per il coefficiente fisso. Quindi 1.500 per 126 che sarà uguale a 189.000 euro.
Una volta ottenuto il valore catastale e nell’ipotesi di una trattativa con soggetti esenti da IVA, possiamo andare a calcolare l’imposta di registro pari al 9%. Il risultato sarà pari a 17.010 euro. A questo punto andremo a sommare 50 euro di imposta ipotecaria e 50 euro di imposta catastale. In definitiva quindi, l’imposta dovuta sarà pari a 17.110 euro.
I valori cambiano invece se il venditore è un’impresa di costruzione soggetto ad IVA. Anche in questo caso, ipotizzando l’acquisto di una seconda casa al prezzo di 200.000 euro.
Il calcolo, considerando l’IVA al 10% sarà il seguente: 200.000 x 10 / 100, ovvero 20.000 euro. A tale importo andranno sommate le imposte di registro, catastale e ipotecaria, per un totale di 600 euro. Il risultato sarà quindi di 20.600 euro. Considerando l’IVA al 22% invece, l’importo sarà di 44.600 euro.
Queste sono tutte le tasse per l’acquisto di una seconda casa.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it