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PA: dubbi su Split Payment e fatture Telecom

lentepubblica.it • 4 Febbraio 2015

telecomLo Split Payment nelle P.A. è senza dubbio, in ambito amministrativo, la notizia del momento.


Il dibattito sulle nuove norme introdotte dalla Legge di Stabilità 2015, che disciplinano le Pubbliche Amministrazioni acquirenti di beni e servizi sul pagamento diretto all’Erario dell’IVA che viene addebitata dai fornitori, impazza sulla stampa e scalda gli addetti ai lavori.

 

L’obbligo e le scadenze riguardano, infatti, tutte le Amministrazioni Pubbliche che fino al 31 marzo possono accantonare le spettanti cifre dovute: a condizione, tuttavia, che queste somme vengano in seguito versate all’Erario entro e non oltre il 16 aprile 2015.

 

Come abbiamo già sottolineato in un nostro recente articolo, il Dipartimento delle Finanze, per fare ulteriore chiarezza in attesa della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, ha reso disponibile il DM del 23.1.2015, vale a dire in anteprima il decreto sul versamento dell’IVA delle P.A.

 

Da questo quadro informativo, ciò nonostante, continuano a emergere zone d’ombra e punti lacunosi che ancora non sono stati messi in evidenza nel modo giusto.  Uno di questi nodi concerne i dubbi e alle incertezze di quegli enti pubblici che, dovendo pagare le bollette relative ai servizi erogati da Telecom, non sanno quale sia la procedura più corretta per adempiere allo split payment. Le difficoltà più rimarchevoli, infatti, sono la diretta conseguenza del fatto che Telecom, in allegato all’importo totale di fattura, acclude un bollettino precompilato.

 

In realtà la procedura risolutiva di questa problematica dovrebbe essere tra le più semplici: essendo Telecom un fornitore come tutti gli altri, precedentemente al pagamento va solamente richiesta la rettifica della fattura e del bollettino precompilato.

 

Purtroppo la mancata chiarezza su molti nodi cruciali del passaggio alle nuove normative non aiuta a dissipare le ambiguità in materia. Esempio lampante è quello dei quesiti espressi dalle scuole, sul Forum dell’Associazione Nazionale Dirigenti e Alte Professionalità della Scuola, riguardanti le fatture Telecom che, pervenute via piattaforma SIDI e PCC, richiedono il pagamento completo comprensivo di IVA. Inoltre, la criticità più evidente riguarda le scadenze dell’appena iniziato mese di Febbraio, quand’ancora allo stato attuale non sono stati espressi i necessari chiarimenti normativi.

 

Il quesito in questione è letteralmente il seguente:

 

Come si deve comportare la Scuola: pagare l’intera somma indicata in fattura come richiesto dalla Telecom o pagare solo il netto accantonando il corrispettivo IVA ma così facendo risultando debitrice per il fornitore ed anche sulla piattaforma della certificazione dei crediti che risulta non aggiornata alla nuova normativa?

 

Anche qui, nonostante tutto, la risposta è molto semplice: come espresso dalla nuova legge, va ribadito che fino all’adeguamento dei sistemi informativi relativi alla gestione amministrativo contabile delle pubbliche amministrazioni interessate e, in ogni caso, non oltre il 31 marzo 2015, le stesse amministrazioni devono accantonare le somme occorrenti per il successivo versamento dell’imposta, che deve comunque essere effettuato entro il 16 aprile 2015. Espletata questa doverosa premessa, si ritiene che la scuola possa scorporare l’IVA, accantonarla e versarla entro il 16 aprile 2015, mentre corrisponderà alla Telecom solo il netto della fattura.

 

Come abbiamo visto, pertanto, le risposte a titubanze e preoccupazioni sono oltremodo illuminanti. Altrettanto illuminante, purtroppo, non riesce ad essere la burocrazia legislativa che, nella frenesia di modifiche legislative e riforme della Pubblica Amministrazione, tralascia aspetti fondamentali che necessitano, spesso e (mal)volentieri, di imperative precisazioni in separata sede.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fonte: articolo di Simone Bellitto
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