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Bando URBACT III: come sono organizzati i finanziamenti?

lentepubblica.it • 10 Ottobre 2016

urbact_logoLa realizzazione delle azioni contenute nei piani d’azione integrati rappresenta da sempre una sfida importante per paesi come l’Italia dove l’assenza di una tradizione forte in materia di programmazione sul medio e lungo periodo presenta un impatto forte sul modo in cui le politiche urbane si trasformano in interventi concreti sul territorio. Il supporto offerto dal Programma Urbact con gli Implementation Network, selezionati nel corso dell’ultimo Monitoring Committee ospitato dalla Presidenza di turno del Consiglio Ue a Bratislava, costituisce un elemento di valore per qualificare l’azione di numerose città impegnate nell’attuazione di progettualità integrate sia attraverso l’utilizzo di fondi europei che di finanziamenti nazionali.

 

Sono nove in totale le città italiane che prenderanno parte a questa prima edizione di una nuova tipologia di rete transnazionale promossa dal programma Urbact, che si focalizza su piani già approvati e finanziati da accompagnare verso la corretta implementazione attraverso azioni di supporto, tra gli altri, alla definizione di appalti, alla condivisione degli interventi nell’amministrazione comunale o sviluppo di forme di partecipazione delle cittadinanza. Anche in occasione di questo bando l’Italia si conferma il paese europeo a esprimere il maggior numero di città partecipanti al principale programma europeo di promozione dello sviluppo urbano sostenibile, sopravanzando paesi come Polonia (cinque città partecipanti), Francia, Spagna, Portogallo e Grecia (quattro città partecipanti ciascuno): un segnale importante che arriva non solo dall’Italia ma del resto dei paesi mediterranei, che testimonia quanto la pianificazione integrata stia notevolmente contribuendo a migliorare la qualità della progettazione e a qualificare la spesa dei finanziamenti in chiave europea.

 

Competitività delle imprese, rigenerazione ambientale, occupazione e inclusione sociale sono le quattro priorità su cui si articola la presenza italiana nei sette network approvati per la prima fase, ovvero quella di sviluppo della rete progettuale e di costruzione dei gruppi di attori locali che supporteranno le città nell’attuazione dei progetti. L’esperienza sviluppata dalle città italiane nei rispetti network si inserisce spesso nel solco di temi e progetti già affrontati in passato da altri contesti urbani regionali e nazionali, producendo un effetto positivo in termini di diffusione delle conoscenze e metodologie per mettere in pratica piani integrati, sostenibili e partecipati.

 

Le città e i progetti

 

Bari e Pesaro collaboreranno per i prossimi due anni e mezzo con Dublino, Lille e Siviglia, tra le altre, per condividere buone esperienze di riqualificazione di aree degradate oggetto di progettualità sotto l’articolo 7 del Fesr per lo sviluppo urbano sostenibile mentre, sempre sul tema dell’inclusione sociale, Napoli e Torino lavoreranno con Barcellona, Cracovia, Copenaghen, Lione e Glasgow sulla riduzione della povertà nelle periferie attraverso progetti integrati. La collaborazione con alcune delle realtà europee più attive sul fronte dell’innovazione sociale si svilupperà soprattutto nell’organizzazione della fase decisionale legata ai progetti e in una migliore capacità di attivare fonti di finanziamento miste a partire da modelli finanziari innovativi.

 

La città metropolitana di Bologna punta invece sull’attuazione di piani per l’occupazione giovanile come strumento di crescita dell’intero contesto locale con il progetto JobTown 2, prosecuzione di un network tematico omonimo che ha coinvolto nel periodo di programmazione precedente di Urbact la città di Cesena.  Ravenna si concentrerà invece sul tema dell’imprenditoria creativa assieme a città come Sofia, Kaunas, Maribor e Lublino nell’ambito di Creative Spirits, che punta a favorire un coinvolgimento attivo di luoghi di innovazione, imprese e cittadini attorno alle strategie urbane di rilancio delle industrie culturali. Mantova punta invece a migliorare la gestione del patrimonio turistico e culturale a partire dalla collaborazione con altre città europee di medie e piccole dimensioni (in molti casi già da tempo presenti nel programma Urbact, tra cui Baena, Espinho e Alba Iulia) con la rete Int-Herit, che svilupperà modelli innovativi di crescita sociale ed economica nel contesto urbano a partire dall’eredità artistica e culturale del territorio. La riqualificazione urbana e la riduzione del consumo del suolo sono invece i temi su cui lavoreranno Ercolano e San Lazzaro di Savena, rispettivamente partner e capofila di Re-Generation ,network di città europee (tra queste Vilnius, Clermont e Bialystok) che puntano al coinvolgimento attivo dei giovani nella definizione e nell’attuazione di politiche innovative di recupero urbano, capaci di migliorare al contempo la qualità della vita e l’attrattività economica delle città.

Fonte: ANCI, Associazione Nazionale Comuni Italiani - articolo di Simone d'Antonio
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