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Entro il 2015 tutte le PA accetteranno i pagamenti digitali

lentepubblica.it • 4 Febbraio 2014

Dopo la pubblicazione delle linee guida, il direttore dell’Agenzia per l’Italia Digitale Agostino Ragosa fa il punto sul progetto che permetterà ai cittadini di pagare on line o con carte, sia direttamente presso le singole Pubbliche Amministrazioni, sia presso “enti incassatori” autorizzati. Affidandosi alla piattaforma, le PA potranno adeguarsi automaticamente agli standard europei Sepa

«Adesso possono partire davvero i pagamenti digitali alla pubblica amministrazione: abbiamo pubblicato le linee guida che indicano le modalità con cui tutte le Pa dovranno adeguarsi, entro dicembre 2015».Agostino Ragosadirettore dell’Agenzia per l’Italia Digitale, racconta un momento di passaggio importante, per i pagamenti digitali pubblici, e complementare alla transizione in atto verso la fatturazione elettronica.

Le linee guida  servono a rendere digitali i pagamenti che arrivano alle Pa dai cittadini; la fatturazione elettronica invece riguardano il senso opposto: i pagamenti che le Pa fanno alle aziende. La somma delle due cose sarà l’arma finale per la smaterializzazione di tutto il flusso di denaro a/dalla Pa, quindi.

La digitalizzazione degli incassi della Pa avviene grazie a una piattaforma tecnologica (Nodo dei Pagamenti-SPC) già attiva presso l’Agenzia. Da una parte, vi si collegheranno le singole pubbliche amministrazioni tramite il Sistema pubblico di connettività (SPC), dall’altra, faranno lo stesso gli “enti incassatori” dei pagamenti fatti dai cittadini. Tra questi, hanno già aderito tutte le principali banche, le Poste; sono in procinto di farlo Lottomatica, Sisal, la Banca dei Tabaccai e altri.

Il cittadino quindi si collega al sito della Pa dove deve pagare qualcosa (multe, tributi, iscrizioni scolastiche, ticket sanitario o altro) e trova l’elenco delle opzioni disponibili. Con un clic viene portato sul sito della propria banca dove può scegliere come pagare: con carta di credito o bonifico.

In alternativa, può andare in uno sportello dell’ente incassatore (la sua banca, un tabaccaio…) e pagare con bancomat o carta di credito.

In un modo o nell’altro, il pagamento arriva alla Pa tramite l’ente incassatore, che lo rende immediatamente tracciabile grazie a un’etichetta digitale (lo IUV – Identificativo Univoco di Versamento). Così la Pa potrà evitare gli errori e gli oneri delle attività di controllo che ora sono fatte manualmente dai dipendenti pubblici.

Il servizio è già funzionante con i pagamenti dei servizi della Giustizia e poi ci sarà un’adesione progressiva e graduale da parte di tutte le Pa. Le amministrazioni ora sono tenute a comunicare all’Agenzia una roadmap di adeguamento, che comunque deve terminare entro dicembre 2015. «Hanno già aderito cinque Regioni: Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia Romagna e Liguria. Più il Comune di Ciriè, vicino a Torino.

Arriveranno presto anche i Comuni di Genova e Roma», spiegano dall’Agenzia. «I Comuni tuttavia, per la maggior parte, parteciperanno alla piattaforma attraverso le Regioni, che quindi si collegheranno alla piattaforma facendo poi da intermediarie con il territorio.

Tra i ministeri, invece, si sta per collegare il Miur per consentire pagamenti scolastici elettronici, i Beni Culturali per i biglietti dei musei, gli Affari Esteri per pagare permessi, soggiorni; il Mise per le concessioni e le autorizzazioni. In arrivo anche l’Agenzia del farmaco e la Sanità».

La piattaforma è stata sviluppata presso l’Agenzia, grazie a fornitori già selezionati con precedenti contratti e su infrastrutture esistenti. «Ora stiamo studiando con Banca d’Italia il modo per potenziarla».

I vantaggi che ne derivano sono numerosi: possibilità, per i cittadini, di pagare tutti i servizi con moneta elettronica; minori costi di gestione e maggiore tracciabilità delle transazioni. Infine, «affidandosi alla piattaforma, le Pa potranno adeguarsi automaticamente agli standard europei Sepa per i pagamenti, che valgono dal primo febbraio. Senza la nostra piattaforma, avrebbero dovuto subire gli oneri dell’adeguamento», spiega Ragosa.

FONTE: www.pagamentidigitali.it

AUTORE: Alessandro Longo

 

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