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Tutte le novità introdotte dalla Fattura Elettronica per la PA nel 2015

lentepubblica.it • 29 Dicembre 2014

Si attende la circolare interpretativa sul Decreto Ministeriale del 17 giugno 2014, in tema di Conservazione Digitale, con chiarimenti sull’imposta di bollo per il periodo transitorio e l’eliminazione dell’obbligo di invio all’Agenzia delle Entrate dell’impronta dell’archivio informatico già conservato. A marzo scatterà la fattura obbligatoria anche verso le PA locali. Ma si attendono novità anche dalla Delega Fiscale, con semplificazioni importanti.

La Fatturazione Elettronica è una delle principali colonne dell’Agenda Digitale Italiana. È un’innovazione dalle molteplici implicazioni. È una grande opportunità, per imprese e Pubbliche Amministrazioni italiane. È un’occasione di crescita per l’intero Sistema Paese. E nel 2014, la Fatturazione Elettronica ha anche superato il suo primo grande “esame”: dal 6 giugno, eDay della Fatturazione Elettronica verso la PA, è infatti diventato obbligatorio, per tutti i fornitori, inviare Fatture Elettroniche agli Enti della PA Centrale.

Ma che cosa accadrà alla Fatturazione Elettronica nel 2015?

Dal punto di vista strettamente normativo, il quadro si andrà ulteriormente completando, con l’uscita della circolare interpretativa sul Decreto Ministeriale del 17 giugno 2014, in tema di Conservazione Digitale – modalità di archiviazione documentale a fini fiscali, obbligata nel caso di Fatturazione verso la PA e decisamente raccomandabile in generale come sostitutiva degli archivi fiscali, per via dei risparmi che può portare. Attraverso questa circolare, dovrebbero chiarirsi definitivamente alcuni aspetti: la  modalità di assolvimento dell’imposta di bollo per il periodo transitorio; l’eliminazione dell’obbligo di invio all’Agenzia delle Entrate dell’impronta dell’archivio informatico già conservato. Sempre in tema di Conservazione, nel 2015 dovremmo anche veder pubblicato l’elenco ufficiale dei Conservatori Accreditati da AgID: tra questi, le PA potranno scegliere i conservatori cui affidarsi per il servizio di Conservazione Digitale.

Accanto a tutto questo, il 2015 prevede anche un’altra data “epocale” nella rivoluzione digitale che il nostro Paese sta lentamente ma inesorabilmente affrontando: il 31 marzo 2015 scatterà l’obbligo di Fatturazione Elettronica verso tutti gli Enti della PA italiana, che si estenderà anche a tutti i Comuni, alle Province, alle Regioni, alle Università, agli Enti della Sanità ecc. Il cambiamento riguarda profondamente la PA, tuttavia l’obbligo ricade sulle imprese: tutti i fornitori che alla PA fatturano. Questi dovranno dotarsi di sistemi, servizi o soluzioni per comporre una Fattura in formato elettronico strutturato (XML Tracciato FatturaPA), firmarla digitalmente, inviarla al Sistema di Interscambio (il nodo centrale che riceve e smista le fatture dirette a ogni PA) e provvedere alla conservazione esclusivamente in modalità digitale. Adottare questa procedura, per i fornitori significherà anche ottenere non pochi benefici.

In primo luogo, i fornitori riceveranno le notifiche sull’esito dell’emissione, da cui deriva la certezza che la PA abbia o non abbia ricevuto la fattura (oggi questa certezza non c’è). Nel caso la Fattura consegnata non presenti errori nei suoi contenuti, i fornitori hanno piena certezza sulla data a partire dalla quale si possono calcolare i tempi di pagamento della PA (oggi, questa data è per lo meno “aleatoria”). Una volta scaduti i termini di pagamento, inoltre, se la fattura risulta approvata, sarà possibile richiedere la certificazione del credito e successivamente smobilizzarlo attraverso servizi bancari, per via dell’integrazione tra il Sistema di Interscambio e la Piattaforma per la Certificazione dei Crediti (oggi, scaduti i tempi di pagamento, si comincia a contare i giorni che passano, sperando che siano pochi). L’opportunità, però, non si esaurisce in questi elementi, sicuramente importanti. L’aver inviato la Fattura Elettronica alla PA, potrebbe anche stimolare una ragionevolissima “epifania digitale”: molte imprese potrebbero scoprirsi oggettivamente in grado di inviare fatture in formato elettronico strutturato e potrebbero quindi valutare l’opportunità di farlo per tutte le loro fatture attive, non solo quelle dirette alla PA. Risultato? Che in ingresso, lato passivo, molte imprese si troverebbero a ricevere, con frequenza potenzialmente crescente e volumi sempre più ampi, Fatture in formato elettronico strutturato. Beneficio? Lo stesso – potenziale – che hanno tutte le PA: dotarsi di quanto occorre per integrare le fatture nei rispettivi Sistemi, evitando così le lungaggini della digitazione a sistema o, peggio ancora, della gestione cartacea delle approvazioni al pagamento o dell’archiviazione del cartaceo. Questo fenomeno potrebbe contribuire ad aumentare non poco la gestione elettronica del ciclo passivo, consentendo alle imprese più “smart” e pronte di risparmiare non pochi tempi e costi sul processo. Qualche esempio di imprese che attorno al tracciato FatturaPA stanno già rivedendo i processi lato attivo ma anche passivo, in previsione di quanto accadrà il 31 marzo, già ci sono: citiamo Enel come Ferservizi. La speranza è che questa opportunità possa essere compresa e quindi colta da un numero crescente di imprese.

E proprio sul fronte della Fatturazione B2b, sempre nel 2015, il quadro normativo potrebbe anche presentare ulteriori sviluppi. Nella Delega Fiscale, il documento con cui “il parlamento rimanda al governo il compito di intervenire sul sistema fiscale per renderlo equo, trasparente e orientato alla crescita”, l’articolo 9 spinge verso la semplificazione fiscale attraverso lo stimolo all’estensione della Fatturazione Elettronica nei rapporti tra imprese (appunto, la “Fattura B2b”). L’opportunità per le imprese, in questo caso, sarebbe legata anche all’incentivo per stimolare la diffusione delle Fatture B2b: la riduzione degli adempimenti amministrativi e contabili a carico dei contribuenti.

Questo fervido fermento sulla digitalizzazione, applicata alle relazioni commerciali, nel 2015 vivrà un anno importante anche sul fronte dei lavori in preparazione alle prossime novità, che negli anni a venire miglioreranno e semplificheranno ulteriormente i processi di interfaccia. Un primo esempio è quello delle attività che, a livello Europeo, saranno portate avanti per definire il “Core Invoice”: l’insieme ottimo minimo delle informazioni indispensabili da riportare nelle fatture dirette a qualsiasi PA – e impresa – europea. Questa evoluzione contribuirà a trasferire i benefici della Fatturazione Elettronica anche su tutte le relazioni trans-frontaliere, fluidificando ulteriormente le dinamiche del nostro “mercato unico” cross-border. Un secondo esempio è legato a quanto ci si attende dal regolamento Europeo in materia di Identificazione Elettronica e Servizi Fiduciari (eIDAS), che si applicherà a decorrere dal 1° luglio 2016 e vedrà piena interoperabilità nel quadro tecnico-giuridico su firme elettroniche, sigilli elettronici, servizi elettronici di recapito certificati, e validazioni temporali.

Un po’ senza accorgercene… un po’ approfittando delle occasioni… un po’ – purtroppo – subendole… un po’ imparando nuovi e più efficaci modi per fare meglio le stesse cose di prima… anche nel 2015, ci muoveremo verso un’innovazione digitale fatta di processi più semplici, economici e performanti; si direbbe, con ancora più slancio di quanto avvenuto nel 2014. In questo scenario, quale migliore proposito, per il nuovo anno, di provare a riconoscere una diversa e più consapevole priorità alle tematiche della digitalizzazione? In primo luogo, investendo soprattutto tempo: per capire che cosa c’è, che cosa effettivamente serve e che cosa si può –già – facilmente cominciare a “fare”.

 

 

FONTE: Agenda Digitale (www.agendadigitale.eu)

AUTORE: Paolo Catti

 

 

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