Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha intrapreso da circa tre anni un percorso di ammodernamento e razionalizzazione della propria infrastruttura ICT. L’ultimo passo, per soddisfare esigenze diverse, è stata la fusione di cloud privato e pubblico.
La realtà ICT della Pubblica Amministrazione italiana negli ultimi tempi ha visto notevoli cambiamenti, in quanto a fronte di una drastica riduzione delle risorse, economiche e non, si accompagna una sempre maggiore richiesta, sia in termini qualitativi che quantitativi, di servizi da parte degli utenti.
A fronte di questi fenomeni si accompagna però, di pari passo, una rapida evoluzione tecnologica che permette di affrontare positivamente il processo di cambiamento.
Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha intrapreso da circa tre anni un percorso di ammodernamento e razionalizzazione della propria infrastruttura ICT, allo scopo di poter erogare adeguati livelli di servizio agli utenti, riducendo i costi di gestione da un lato, ed ottimizzando le risorse umane dall’ altro semplificandone l’ attività.
Sempre al fine di riduzione dei costi si è avviato parallelamente un processo di internalizzazione in modo da poter prendere in carico una parte di applicazioni prima gestite in outsourcing. Tale attività ha avuto come logica conseguenza un significativo incremento delle necessità, sia in termini di capacità elaborativa, che di memorizzazione dei dati.
Per le applicazioni “critiche” infine è sorta la necessità di avere una “business continuity” per poter garantire i servizi essenziali H 24.
In base a queste esigenze si è pertanto realizzato un ‘Private Cloud’, con l’unificazione virtuale dei due CED delle sedi MIT di via Nomentana e via dell’Arte a Roma, in una unica ‘nuvola’ in grado di erogare servizi ‘on demand’, realizzando nel contempo una struttura ad alta affidabilità in cui ogni CED funge da ‘disaster recovery’ dell’altro.
Nel frattempo sono cresciute le esigenze degli utenti, che chiedono di poter utilizzare:
Relativamente al punto 2 si sono da tempo realizzate aree condivise utilizzando Microsoft Sharepoint, con la limitazione però di essere legate alle disponibilità di spazio sulle SAN (Storage Area Network) non sufficiente a condividere numeri importanti di file di dimensioni molto grandi. Per utilizzare queste aree dall’esterno della rete del MIT si deve prevedere un sistema di autenticazione e quindi ulteriori investimenti in componenti infrastrutturali.
Il passo successivo è stato quello di evolvere il cloud privato del MIT verso un cloud ibrido (privato + pubblico), allo scopo di mettere a disposizione degli utenti strumenti adeguati a soddisfarne le esigenze in maniera efficace, mantenendo gli investimenti effettuati. All’ uopo è stato utilizzato il cloud Microsoft tramite il servizio Office 365 già acquisito dall’ Amministrazione.
Il cloud ibrido infatti rappresenta una soluzione intermedia fra il cloud privato ed il pubblico, in quanto si tratta di un’integrazione fra due infrastrutture, ciascuna con le sue peculiarità, e che riesce a mantenere i vantaggi di entrambi i sistemi.
Il progetto è stato sviluppato in base ai seguenti requisiti:
La soluzione ibrida ci permette quindi di offrire agli utenti servizi di assoluto livello. In particolare:
Il passo successivo sarà infine quello di utilizzare il cloud “pubblico” non appena saranno aggiudicate le gare Consip, ovvero collegare il cloud “ibrido” del MIT ai cloud previsti, o prevedibili, per la Pubblica Amministrazione.
L’ obiettivo a lungo termine dovrebbe infatti essere, a nostro modesto avviso, la creazione di un cloud di datacenter della Pubblica Amministrazione, formato da soggetti pubblici e privati, in grado di erogare complessivamente servizi sia per gli utenti “interni” alla P.A. sia, soprattutto, per i cittadini.
FONTE: Agenda Digitale (www.agendadigitale.eu)
AUTORE: Sergio De Paola
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