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Aree protette: aperte le danze al congresso mondiale dei parchi

lentepubblica.it • 12 Novembre 2014

Si apre oggi a Sydney il congresso mondiale dei parchi della IUCN, l’Unione internazionale per la conservazione della Natura. Per una settimana, migliaia di esperti di tutto il mondo si confronteranno sugli obiettivi di tutela della biodiversità, le emergenze del cambiamento climatico, i risultati della gestione delle aree protette. L’appuntamento, della durata da una settimana, insiste su proposte e soluzioni concrete.

In Italia, su questo fronte, Legambiente ha conseguito importanti risultati, tramite esperienze di conservazione e valorizzazione della natura condotte dai circoli, dalla rete Natura e Territorio dell’associazione o insieme ad altri partner, parchi e aree protette in primis.

“In Italia si è sviluppata un’idea vincente di area protetta – commenta Antonio Nicoletti, responsabile del settore Aree protette di Legambiente – che ha saputo coinvolgere il territorio in progetti di rilancio e sviluppo sostenibile”.

Per esempio, sono circa 2000 gli esemplari di camoscio appenninico presenti oggi nei Parchi nazionali d’Abruzzo, Lazio e Molise, del Gran Sasso Monti della Laga, della Majella, dei Monti Sibillini e in quello regionale del Sirente Velino, le cinque aree protette coinvolte insieme a Legambiente in un progetto di conservazione a lungo termine della Rupicapra pyrenaica ornata.

Grazie al Centro di recupero delle tartarughe marine di Manfredonia, invece, sono state salvate dal 2008 ad oggi oltre 634 tartarughe marine, delle quali 625 Caretta caretta e 9 Chelonia mydas, specie considerata rarissima nel Mare Adriatico. Nei territori di quattro aree protette del mar Ligure e dell’Alto Tirreno, Legambiente sta portando avanti delle attività per la salvaguardia del falco pescatore. La specie è scomparsa in Italia tra gli anni 50 e 60, ma grazie al progetto è stato possibile ricostituire una popolazione nidificante nel Parco regionale della Maremma.

Mentre grazie all’esperienza del Santuario delle Farfalle gestito dall’associazione sull’isola d’Elba è stata scoperta la presenza di una sottospecie endemica di Zerynthia cassandra, una delle farfalle incluse nella Direttiva Habitat 92/43/CEE, come specie di interesse comunitario e che era considerata estinta da decenni.

“Ora – aggiunte Nicoletti – occorre andare avanti per raggiungere gli obiettivi indicati dall’ONU entro il 2020 sull’estensione delle superfici protette, almeno il 17% del territorio e il 10% della superficie marina e per frenare la perdita di biodiversità. I parchi sono fondamentali per mitigare il cambiamento climatico in atto. Nel nostro paese la loro gestione piò e deve essere ancora migliorata, con un maggiore sostegno delle istituzioni”.

 

 

FONTE: Legambiente

 

 

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