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Serve un fondo per la mobilità urbana nella nuova Stabilità?

lentepubblica.it • 14 Ottobre 2015

mobility managementLegambiente: “Il piano nazionale per le due ruote annunciato dal ministro Delrio può essere la premessa di una ciclorivoluzione nel nostro paese: l’Italia è pronta alla volata”

 

“Sarebbe una vera ciclorivoluzione. La realizzazione – annunciata dal ministro Delrio – di un piano nazionale per la ciclabilità e l’inserimento nella legge di stabilità di un fondo destinato a finanziare sia il GRAB – Grande Raccordo Anulare delle Bici, sia una rete di ciclovie per le due ruote, può finalmente dare un impulso decisivo alla mobilità nuova nel nostre Paese creando importanti ricadute per l’economia, l’ambiente, la salute, la qualità della vita”.

 

Così Legambiente ha commentato le dichiarazioni del ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio che, all’indomani della riunione dei ministri dei Trasporti Ue in Lussemburgo, ha detto di voler introdurre nella legge di stabilità un fondo per realizzare il GRAB e un sistema di piste ciclabili in tutta Italia.

 

“Per un piano nazionale della ciclabilità – rimarca Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente e coordinatore del progetto GRAB – occorre avere le stesse attenzioni che si ebbero negli anni ’50 per le auto. Questa, a dire il vero, è una frase di Delrio, ma la faccio volentieri mia perché sintetizza bene quello che c’è da fare: considerare la ciclabilità come una delle opere pubbliche utili di cui il Paese ha bisogno e ragionare, come sta facendo il resto d’Europa, sull’enorme valore economico e ambientale degli spostamenti in bici e sulle ricadute positive per la salute e per la qualità della vita di un diverso stile di mobilità. E un fondo nazionale per la ciclabilità nella legge di stabilità rende non solo stabili, ma anche cogenti questo obiettivi”.

 

Secondo Legambiente bisogna curare le città e il nostro Paese dal morbo dell’auto a tutti i costi, dal traffico, dalla congestione, dall’insicurezza stradale. E il GRAB – come altri progetti interessanti in giro per l’Italia dalla Puglia, alla Toscana, alla Pianura Padana – offre proprio una via di uscita a questa patologia, proponendo un uso diverso dello spazio urbano e del territorio, rigenerando e valorizzando le aree attraversate, restituendo qualità e bellezza ai luoghi che lo spostamento motorizzato ha reso respingenti e inospitali. E stimola inoltre un intervento più ampio e articolato teso a rendere più sicure le strade, a dedicare infrastrutture specifiche per le bici, a realizzare servizi dedicati e di interscambio con altri mezzi di trasporto.

 

“L’Italia è pronta alla volata – aggiunge Fiorillo –. Basta guardare il gruppo di Comuni già in fuga dove almeno un quarto dei cittadini pedala ogni giorno (a Pesaro, Bolzano, Reggio Emilia o Ferrara), basta osservare i numeri del cicloturismo dove sono state fatte scelte e investimenti ad hoc (come in Alto Adige o in Toscana), basta guardare al successo nazionale e internazionale che ha riscosso l’idea di realizzare il GRAB a Roma pedonalizzando finalmente l’Appia Antica e creando un circuito che unisca tanti luoghi di interesse della Capitale e permetta un legame stretto tra centro e bordi. Insomma, gli italiani stanno già usando le loro bici come un grimaldello a pedali per suggerire uno stile di mobilità alternativo al predominio culturale e fisico – unico al mondo – dell’auto privata che ha plasmato per mezzo secolo lo sviluppo delle infrastrutture e delle aree urbane. Oggi le più avanzate città del mondo non sono più autocentriche, ma autofree: per raggiungerle dobbiamo solo spingere sui pedali”.

Fonte: Legambiente
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