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Rischio Idrogeologico: i nuovi moduli per i contributi ai Comuni

lentepubblica.it • 4 Novembre 2016

rischio-idrogeologicoCon il decreto 22 luglio 2016, pubblicato nella G.U. n. 251 del 26 ottobre scorso, il Ministero dell’Ambiente ha adottato i “Modelli e linee guida relativi alla procedura per la presentazione della domanda di concessione per l’accesso ai finanziamenti per gli interventi di rimozione o di demolizione delle opere o degli immobili realizzati in aree soggette a rischio idrogeologico elevato o molto elevato ovvero dei quali viene comprovata l’esposizione a rischio idrogeologico, in assenza o in totale difformità dal permesso di costruire”.

 

I Comuni possono presentare domanda di accesso ai finanziamenti per la demolizione di immobili in aree a rischio idrogeologico esclusivamente attraverso una procedura telematica sulla piattaforma ReNDiS-web.

 

Il progetto di un “Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS)” nasce nel 2005 a partire dall’attività di monitoraggio che l’ISPRA svolge, per conto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, sull’attuazione di Piani e programmi di interventi urgenti per la mitigazione del rishio idrogeologico finanziati dal Ministero stesso.

 

Il principale obiettivo del Repertorio è la formazione di un quadro unitario, sistematicamente aggiornato, delle opere e delle risorse impegnate nel campo di difesa del suolo, condiviso tra tutte le Amministrazioni che operano nella pianificazione ed attuazione degli interventi. In questo senso il ReNDiS si propone come uno strumento conoscitivo potenzialmente in grado di migliorare il coordinamento e, quindi, l’ottimizzazione della spesa nazionale per la difesa del suolo, nonché di favorire la trasparenza e l’accesso dei cittadini alle informazioni.

 

L’interfaccia di navigazione (ReNDiS-web) fornisce, a chiunque si colleghi al sito, la possibilità di consultare i dati principali degli interventi censiti e di visualizzarne il quadro d’insieme per i diversi ambiti geografici. Per gli Enti e le Amministrazioni coinvolti dal progetto, inoltre, sono disponibili una serie di funzionalità specifiche che, previa registrazione ed autenticazione, permettono l’accesso ad un set di dati più esteso e l’invio di informazioni ed aggiornamenti in tempo reale.

 

La “pubblicazione” dei dati sugli interventi non risponde solo ad esigenze di “trasparenza” ma ha anche l’intento di far conoscere meglio ciò che le pubbliche amministrazioni realizzano sul territorio per ridurre il rischio geologico-idraulico. Le cosiddette “catastrofi naturali”, infatti, si verificano per lo più laddove le aree residenziali e produttive (o le infrastrutture) sono state sviluppate con poca attenzione alle condizioni di pericolosità, legate a fenomeni naturali “comuni e frequenti” quali sono le frane, le alluvioni, le valanghe: una più ampia e diffusa consapevolezza su come il territorio può e deve essere utilizzato, è il presupposto fondamentale per una più efficace “difesa del suolo”. Se il ReNDiS riuscirà a fornire un suo contribuito anche in tal senso, questo sarà certamente il risultato di maggior soddisfazione per tutti coloro che vi hanno lavorato e vi lavorano.

 

 

Fonte: ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale
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