La PEC è a quanto pare uno strumento destinato ad essere soppiantato dalla cosiddetta REM (Registered Electronic Mail): si tratta del nuovo standard europeo per la posta elettronica certificata.
A introdurre il nuovo sistema è il Regolamento eIDAS (Regolamento europeo per l’identificazione elettronica e servizi fiduciari per le transazioni elettroniche nel mercato interno ha introdotto i Servizi Elettronici di Recapito Certificato (SERC) come servizi fiduciari (trust services).
Negli intenti di questo nuovo regolamento lo standard europeo riuscirà ad appianare tutte le differenze da paese a paese: l’italiana PEC si evolverà in un sistema di recapito elettronico certificato qualificato utilizzabile anche a livello europeo per lo scambio sicuro di comunicazioni elettroniche dotate di valore probatorio.
In Italia infatti la PEC rappresenta un caso del tutto peculiare: in Italia, rappresenta un tipo particolare di posta elettronica che permette di dare a un messaggio di posta elettronica lo stesso valore legale di una tradizionale raccomandata con avviso di ricevimento, garantendo così la prova dell’invio e della consegna.
Per usufruire di questo servizio si deve scegliere uno dei provider italiani autorizzati e creare una casella PEC apposita, con costi diversi in base al provider scelto.
La pubblicazione dell’elenco dei gestori autorizzati e quello della Pubblica Amministrazione, la vigilanza e il coordinamento nei confronti dei gestori e della Pubblica Amministrazione è demandata all’Agenzia per l’Italia digitale.
Il contenuto finale di una PEC può essere:
Si tratta di uno strumento che negli anni è stato praticamente utilizzato solo nel nostro paese: ma già dal 2018 sono in corso attività governative per rendere la PEC conforme a uno standard UE.
La PEC si evolverò in un servizio di recapito elettronico certificato qualificato basato su protocollo REM, secondo quanto previsto dal sopra citato Regolamento eIDAS.
Il protocollo REM (Registered Electronic Mail) è aderente allo standard ETSI EN 319 532-4 che specifica gli elementi chiave di un’interfaccia tecnologica condivisa e consente finalmente il dialogo sicuro tra i Gestori di servizi di recapito qualificato e, di conseguenza, anche quello tra cittadini e imprese e enti governativi degli Stati Membri.
In breve la PEC diventa così interoperabile a livello europeo offrendo una serie di garanzie aggiuntive.
Infine il lavoro svolto con la PEC non risulta cestinato: chi ha un account PEC attivo dovrà seguire il percorso di migrazione della propria utenza previsto dal gestore poiché adesso vi sarà il passaggio in più della verifica e della certificazione dell’identità.
Ma di questo si avranno ulteriori e maggiori informazioni quando lo switch-off sarà imminente.
Fonte: articolo di Giuseppe Orefice