Con lo Smart Working ci si sposta verso le case di campagna?
Sembrerebbe questa la nuova tendenza che rischia di svuotare le città o di ricatalizzare il mercato immobiliare fuori dai centri urbani.
Scopriamo quali sono le tendenze attuali.
Innanzitutto, cosa intendiamo per Smart Working? Il lavoro agile, è stato introdotto con la legge n.81/2017 per agevolarne l’applicazione, nel periodo della situazione pandemica da COVID-19.
Si tratta di una diversa modalità di svolgimento del lavoro subordinato è non costituisce un diverso contratto di lavoro.
Il lavoro agile consente di conciliare i propri impegni personali con quelli lavorativi attraverso orari più flessibili fuori dai tradizionali luoghi di lavoro e per l’azienda l’obiettivo di primaria importanza per l’azienda è che venga raggiunto il risultato stabilito.
Attualmente, vista la proroga della situazione di emergenza da Covid-19, è ancora molto utilizzato.
A presentare i dati sull’argomento è l’Ufficio Studi di Idealista immobiliare.
Si rilevano richieste più che triplicate in provincia di Brescia (268%) e Alessandria (241 per cento). Più che raddoppiate invece le richieste in provincia di Asti (136%), Verona (129%), Viterbo (123%) e Brindisi (100 per cento).
Nelle altre 27 province monitorate solo 9 registrano un raffreddamento del mercato, tutte le altre segnano incrementi da Firenze (89%) a Matera dove l’interesse degli acquirenti è rimasto invariato rispetto al periodo pre-Covid.
Secondo Vincenzo De Tommaso dell’Ufficio Studi di idealista:
“Il ricorso sempre più massiccio allo smart working sta spingendo molte persone a ripensare alle proprie esigenze abitative post lockdown, così le proprietà rurali hanno registrato un’impennata durante la primavera ed estate. I piccoli centri potrebbero costituire una valida alternativa per garantirsi un ambiente di elevato standard di vivibilità grazie a spazi ampi e aperti, a prezzi decisamente più contenuti delle grandi città”.
Qui sotto una tabella con i dati.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it