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Trasparenza Rifiuti: quali obblighi per i Comuni? L’intervista a Giuseppe Orefice, presidente di Golem Net

Orefice Giuseppe • 20 Novembre 2020

trasparenza-rifiuti-golemNuove regole sulla Trasparenza Rifiuti per i Comuni e su come possono non farsi trovare impreparati ai nuovi adempimenti: ne parliamo in un’intervista con Giuseppe Orefice, presidente della Software House Golem Net.


Infatti, con la nuova Delibera Arera 444/2019/R/rif  l’Autorità impone a Comuni e gestori la pubblicazione dei contenuti minimi obbligatori da riportare sui siti internet istituzionali.

Questi contenuti devono essere esposti in modo facilmente comprensibile. E devono essere organizzati in modo tale da favorire, da parte dell’utente, la chiara identificazione delle informazioni inerenti all’ambito territoriale di proprio interesse. (Per leggere il nostro approfondimento sull’argomento cliccate qui).

I soggetti interessanti dovranno così dotarsi di moduli web adatti a predisporre e mantenere aggiornata un’apposita sezione del proprio sito internet, facilmente accessibile dalla home page comunale.

Tra le varie aziende che si occupano di aiutare gli Enti in questa fase di transizione, Golem Net, software house specializzata in soluzioni dedicate alle Pa, ha ideato Trasparenzarifiuti.it, un prodotto per comuni e gestori proprio in adempimento alla Delibera Arera 444/19.

Abbiamo per questo interpellato il suo Presidente, il Dott. Giuseppe Orefice, che ci parlerà in modo approfondito dell’argomento.

Trasparenza Rifiuti: l’intervista a Giuseppe Orefice, presidente di Golem Net

Qui di seguito riportiamo il testo dell’intervista.

D: Con la delibera 444/2019 l’Arera ha stabilito che i Comuni e le Aziende di gestione debbano ospitare sul sito internet istituzionale una apposita sezione dedicata alla trasparenza sulla gestione del ciclo dei rifiuti. Quale soluzione avete pensato?

Sono ormai tre decenni che il Gruppo Golem si occupa di soluzioni per la Pubblica amministrazione. Da qui abbiamo messo in campo tutta la nostra esperienza nel momento in cui Arera ha chiesto agli Enti locali ed ai Gestori, un po’ come ha fatto Anac con amministrazione trasparente, di rendere chiaro, accessibile ed intellegibile il ciclo dei rifiuti ai cittadini.

Di più, l’Autorità chiede alla cittadinanza di essere attiva e in un certo senso di svolgere una funzione di controllo sul territorio.

La nostra piattaforma non va solo a risolvere questo dato adempimento dove  Arera parla di “set minimi di informazioni” da fornire, ma abbiamo informatizzato e reso accessibili tutti gli aspetti richiesti inserendo automatismi e facilitazioni sia a chi deve fornire le informazioni sia a  chi le riceve.

D: Può farci alcuni esempi?

L’ingegnerizzazione è stata fatta sul modello dei portali che realizziamo per la PA locale, e cioè idonea alle linee guida di design indicate da AgID e, soprattutto, pienamente accessibile come disciplinato dalle ultime normative che dal 23 settembre impongono che tutti servizi web pubblici debbano garantire l’accesso anche ai soggetti disabili. 

Noi abbiamo messo assieme esigenze e prerogative dei soggetti coinvolti, siano Enti, Aziende di gestione ovvero gli utenti: abbiamo così pensato ad un applicativo ad hoc, che poi è anche un prodotto servizio, che si chiama appunto Trasparenzarifiuti.it .

Quindi abbiamo reso completamente digitale “La gestione dei reclami”, il questionario di soddisfazione dell’utente, il calendario della raccolta rifiuti, il cosiddetto “rifiutologo” e cioè le indicazioni per il corretto conferimento nonché il calcolo autonomo ed automatico della Tari/Tasi.

D: Per i gestori e per i comuni oltre i 5.000 abitanti la data entro cui pubblicare la Trasparenza risale al 1 luglio; i comuni più piccoli dovranno adempiere entro il 1 gennaio 2021. Come si stanno attrezzando comuni e gestori?

Devo dire che vedo molte aziende e molti Enti in fortissimo ritardo. La scadenza di gennaio riguarda l’80% dei comuni italiani, che sono i piccoli ma sono anche i più numerosi, e poi ci sono i grandi  che non si sono ancora adeguati. Lo scopo generale è quello di ottenere nell’intero paese una modalità di consultazione digitale omogenea e completa. 

Noi abbiamo pensato ad un prodotto che possa essere usato dalla singola municipalità oppure, e direi specialmente, da un network che va dal Gestore a tutti i comuni e utenti  del  servizio in modo da rendere univoche le informazioni , ma soprattutto generare economie di scala in termini di tempo e anche di costi di gestione; insomma, per fare un esempio, un conto è caricare una informazione una volta e farla apparire in 15 siti comunali altro è caricarla a mano 15 volte!

D: La trasparenza può realmente favorire una maggiore efficacia nella gestione del ciclo dei rifiuti?

Sono numerose le organizzazioni che si sono già affidate a Trasparenzarifiuti.it, soprattutto nella versione network riservata ai Gestori credo anche perché, bisogna dirlo, questi adempimenti finiscono nei Pef e generare economie è interesse di tutti.

L’Autorità impone che ai cittadini sia dato modo di raggiungere tutte quelle informazioni che possano renderli consapevoli, controllori e collaboratori delle attività legate alla gestione dei rifiuti. È  un tema di grande sensibilità e una trasparenza ben organizzata può generare sui territori processi di cittadinanza attiva e facilitare il compito degli stessi gestori e degli amministratori della cosa pubblica.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it, contributo di Giuseppe Orefice
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