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Sicilia, ARS in difficoltà: sono molte le leggi impugnate

Catania Luciano • 20 Novembre 2022

ars leggi impugnateAssemblea Regionale Siciliana in grosse difficoltà: impugnate il 64% delle leggi approvate.


Non è chiaro se è notevolmente peggiorata la capacità del legislatore regionale di scrivere le norme oppure è aumentata l’attenzione della Presidenza dei Consiglio dei Ministri rispetto all’aderenza della disciplina regionale alla Carta Costituzionale.

Secondo l’analisi riportata nella “Lettera d’informazione n. 8” redatta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Commissario dello Stato per la Regione Siciliana -, nell’ultimo scorcio della XVII legislatura, le leggi approvate dall’Assemblea Regionale Siciliana ed impugnate per presunti vizi di legittimità sono state il 64% del totale.

Ai tempi dell’esame preventivo di legittimità del Commissario di Stato non erano rare le polemiche con i rappresentanti della Regione che invocavano il rispetto dell’autonomia statutaria speciale della Sicilia.

Dopo l’abolizione del giudizio preventivo, mai si erano raggiunte percentuali così elevate di leggi impugnate.

Ars in difficoltà: sono molte le leggi impugnate

Il numero delle leggi sulle quali sono stati elevati dubbi di costituzionalità è passato dal 20% del 2018 al 64% di questo scorcio del 2022 (dati aggiornati al 10 ottobre 2022).

L’Assemblea Regionale Siciliana nel 2018 aveva approvato 20 leggi delle quali 4 erano state impugnate. Nel 2022, fino al termine della XVII legislatura, le leggi approvate sono state 14 di cui ben nove oggetto di impugnazione.

Nel 2019 le leggi approvate erano state 26 e quelle impugnate 9 (35%), nel 2020 le leggi approvate erano state 31 e 9 quelle rispetto alle quali erano stati rilevati dubbi di legittimità costituzionale (29%), nel 2021 rispetto alle 31 leggi approvate quelle contestate erano state ben 16 (52%).

Le ultime leggi impugnate sono state quelle sul randagismo (L.r. n.15 del 3 agosto 2022) e la manovra finanziaria correttiva (n.16 del 10 agosto 2022).

La prima è stata impugnata perché il legislatore regionale ha sconfinato nel campo penale prevedendo sanzioni per fatti già inquadrati come reati.

Per quanto riguarda la manovra correttiva, invece, diversi articoli e tanti commi sono stati impugnati perché carenti di copertura finanziaria.

C’è poi la questione della violazione dei principi di democraticità di cui all’art. 1, comma primo della Costituzione, delle leggi emanate per prorogare, sine die, i commissariamenti degli enti di area vasta.

I referendum e le elezioni (ancorché indirette) rappresentano il momento più alto di manifestazione della sovranità popolare (sentenza costituzionale n. 1/2014), mentre le continue proroghe contrastano altresì con gli artt. 5 e 114 Cost., in quanto l’autonomia e la rappresentatività degli enti sono svuotate da un commissariamento senza tempo.

Conclusioni

La situazione di eccezionalità che poteva giustificare, nell’immediatezza dell’entrata in vigore, della disciplina di riforma la proroga originariamente disposta non può infatti porsi come plausibile ragione giustificativa delle successive dieci che si sono susseguite.

Con una percentuale così elevata di leggi impugnate, l’Assemblea Regionale Siciliana rischia di perdere credibilità.

Per porre rimedio a tale vera e propria emergenza occorre uno studio più attento delle norme sottoposte all’aula, un miglioramento qualitativo della capacità di analisi degli uffici ma anche una maggiore umiltà della politica, che deve tornare a studiare, fidarsi maggiormente del supporto tecnico degli uffici preposti ed a scegliere con più oculatezza i tanti “esperti” esterni.

 

Fonte: articolo di Luciano Catania, segretario del Comune di Enna
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