Premesso che le certezze si avranno solo quando arriverà il provvedimento del Governo, fra le ipotesi allo studio dell’Esecutivo dopo la sentenza della Corte Costituzionale sul no al blocco dell’indicizzazione pensioni del 2012 e 2013 operata dalla Riforma Fornero spunta quella di effettuare i rimborsi pensione sotto forma di BOT, Buoni Ordinari del Tesoro.
Sarebbe un modo per restituire le somme senza impattare, almeno nell’immediato, sulle finanze pubbliche, anche se è difficile capire esattamente quali potrebbero essere gli effetti sui conti senza conoscere i dettagli dell’eventuale provvedimento, atteso per la prossima settimana (quindi, intorno a metà maggio).
Ipotesi allo studio
Ecco le diverse ipotesi in campo:
Importo dei rimborsi
Nel frattempo, ci sono diverse stime su quanto incasseranno i circa 5,5 milioni dipensionati interessati dal provvedimento. Secondo la CGIA di Mestre:
Anche qui, si tratta di calcoli che tengono conto della sentenza della Corte Costituzionale ma che restano del tutto teorici fino a quando non si saprà con certezza cosa deciderà il Governo.
Rimborsi o ricorso
Altra considerazione: dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale avvenuta il 6 maggio scorso, la sentenza della Consulta è diventata esecutiva e questo significa che tutti i pensionati ai quali è stata bloccata l’indicizzazione dalla Riforma Fornero potrebbero, da subito, avanzare richiesta di rimborso, ad esempio presentando un ricorso. Un provvedimento del Governo, invece, renderebbe tutto più semplice: i pensionati non dovrebbero fare nulla, sarebbe l’INPS a riconoscere direttamente i rimborsi pensione.
Conclusione: senz’altro il Governo ha tempi molto stretti per intervenire con un provvedimento (probabilmente un decreto legge) che recepisca la sentenza e contemporaneamente non sia troppo oneroso per la stabilità dei conti pubblici. Il primo passaggio, già in atto, è quello di stimare con precisione l’impatto della restituzione delle quote di pensione bloccate (si parla di cifre che vanno dai 10 ai 15-16 miliardi di euro).
Fonte: PMI (www.pmi.it) - articolo di Barbara Weisz