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Quali sono i controlli sul Congedo Straordinario per Legge 104?

Orefice Giuseppe • 21 Giugno 2022

controlli-congedo-straordinario-legge-104Ecco una breve rassegna relativa ai controlli sul Congedo Straordinario per Legge 104.


I dipendenti pubblici e privati hanno a disposizione diverse agevolazioni. Possono godere infatti di una serie di aiuti che vanno dal sostegno del diritto allo studio e formazione, agli sconti sulle vacanze fino ad incentivi su prestiti e finanziamenti, sia di breve durata sia di durata pluriennale. Maggiori informazioni in questo articolo.

Una delle agevolazioni cui hanno diritto i lavoratori dipendenti è quella relativa al Congedo Straordinario per Legge 104.

Su questo tipo di agevolazione, per evitare che vengano assegnati a chi non ne ha effettivamente bisogno, vige un rigido programma di controllo, volto a smascherare i “furbetti”.

Ma prima di scoprire ed entrare nel vivo sull’argomento relativo ai controlli sul Congedo Straordinario per Legge 104 forniamo una breve panoramica su questa tipologia di permessi.

Congedo Straordinario per Legge 104: cos’è?

Il congedo straordinario è un periodo di assenza dal lavoro retribuito concesso ai lavoratori dipendenti che assistano familiari con disabilità grave ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104.

La legge n. 104 del 1992 è nata con lo scopo di combattere le difficoltà che le persone portatrici di handicap sono costrette ad affrontare ogni giorno. Si tratta di una disposizione mirata a tutelare in particolare i soggetti che, nella vita di tutti i giorni, risultano più svantaggiati rispetto alla maggioranza della popolazione.

La circolare n. 1 del 2012 del Ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione è stata elaborata a seguito di un lavoro istruttorio di confronto con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali, l’INPS e l’INPDAP.

Tale disposizione stabilisce che:

dipendenti di datori di lavoro pubblici o privati possono richiedere, per gravi e documentati motivi familiari, un periodo di congedo, continuativo o frazionato, non superiore a due anni“.

Maggiori informazioni sul congedo sono disponibili in questo approfondimento.

Quali sono i controlli sul Congedo Straordinario per Legge 104?

Tornando al versante dei “furbetti” a volte capita di incappare in possibili abusi di permessi per la legge 104 da parte di chi, invece di stare con il parente portatore di handicap, utilizza la giornata di riposo dal lavoro per esigenze personali.

Regole per i controlli

Quali sono dunque le regole stabilite per verificare che non sussistano abusi di questo tipo?

Le regole sono disciplinate, oltre che dalla legge 104/1992 (articolo 3 e 4), dalla più recente legge 114/2014 (articolo 25). L’Inps ha emanato le istruzioni con le circolari 10/2015 e 127/2016.

La catena procedurale segue, in linea di massima, i seguenti step:

  • fase di controllo dello stato di handicap grave da parte della Commissione medica della Asl (composta da un medico legale e da due medici specialisti, scelti fra quelli in pediatria e in neuropsichiatria infantile)
  • i verbali relativi all’accertamento della disabilità in situazione di gravità possono essere oggetto di revisione nell’ambito di una successiva visita
  • relativo iter di verifica con esito finale possibile tra i seguenti
    • verbale con esito di conferma dello stato di disabilità in situazione di gravità
    • verbale con esito di mancata conferma dello stato di disabilità in situazione di gravità
    • assenza a visita di revisione del disabile grave con conseguente annullamento dei permessi in caso di mancata presentazione di giustificazione per l’ assenza a visita entro 60 giorni dalla ricezione della comunicazione.

Abuso dei Permessi 104

La giurisprudenza è diventata, negli anni, piuttosto rigida nel giudicare chi abusa dei permessi della legge 104. Nello specifico ha stabilito che l’uso improprio può costituire:

  • da un lato, causa di licenziamento per giusta causa, licenziamento in tronco, ossia senza neanche il preavviso
  • e, dall’altro, origine di un procedimento penale a causa dell’indebita percezione del trattamento economico ai danni dell’Inps. La pena prevista è la reclusione da sei mesi a tre anni. Quando la somma indebitamente percepita è pari o inferiore a euro 3.999,96 si applica soltanto la sanzione amministrativa del pagamento di una somma di denaro da euro 5.164 a euro 25.822.

 

Fonte: articolo di Giuseppe Orefice
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