Arriva la conferma della fiducia da parte della Camera al Decreto PA: nonostante le proteste dell’opposizione la maggioranza ha approvato il nuovo testo.
Un decreto legge che sta facendo particolarmente discutere, anche per il fatto che contiene alcune norme particolarmente avversate dall’opposizione e dalla magistratura contabile.
A far discutere infatti sono stati nello specifico due punti: la stretta sui controlli dei magistrati contabili e le nuove regole relative allo “scudo erariale“.
Si tratta di misure che sono state inserite nel pacchetto di emendamenti approvato dalle Commissioni Affari costituzionali e Lavoro della Camera dei Deputati.
Scopriamo comunque nello specifico con quale margine il testo è stato approvato e ricapitoliamo in breve quali sono le novità inserite in questo decreto.
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Il Governo, dopo aver posto la fiducia tra le proteste dell’opposizione e della Corte dei Conti, l’ha ottenuta con 203 voti a favore, 134 contrari e 3 astenuti.
Da parte della maggioranza è arrivata soddisfazione per questo risultato, con il ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani che ha voluto smorzare le polemiche: “Siamo sicuri che i controlli di legalità ci saranno, come è giusto che sia. Però il controllo di legalità non può bloccare le opere perché se non realizziamo le opere veniamo meno all’obiettivo principale che ha il governo.”
A difendere il testo, oltre alla premier Meloni, c’è anche il ministro degli Affari europei, le Politiche di coesione, il Sud e il Pnrr Raffaele Fitto: “Nessuna deriva autoritaria del governo riguardo la Corte dei conti: non vi è, infatti, nessuna limitazione dei controlli della magistratura contabile. Ha perfettamente ragione Giorgia Meloni nel sostenere che il nostro governo, su questo aspetto, si muove in linea con il governo Draghi.”
Grandi critiche invece dall’opposizione, dove Giuseppe Conte, leader del M5S, dichiara: “È un governo in ritardo sull’attuazione del Pnrr, abbiamo una rata da riscuotere da Bruxelles e non la stiamo riscuotendo. E come pensano di risolvere il problema? Eliminano il controllo della Corte dei conti, che non è concepito per ritardare ma semplicemente per vigilare.”
Stesso parere anche da parte di Chiara Braga, capogruppo del PD alla Camera: “Da mesi chiediamo chiarezza sul Pnrr, ad oggi abbiamo invece solo una governance centralizzata e paralizzata che ha fatto accumulare inutili ritardi e l’annuncio di un voto di fiducia per cancellare il ruolo di controllo della Corte dei Conti.”
Come abbiamo anticipato a ricoprire una parte importante (e discussa) delle novità è la lista di emendamenti approvata un paio di giorni fa.
Il testo adesso va verso l’approvazione definitiva e dovrebbe risultare a questo punto blindato e pressoché inalterato fino al completamento dell’iter di conversione.
Qui di seguito riportiamo solo alcune delle misure più importanti.
I concorsi unici potranno essere stabiliti su base territoriale: chi partecipa a un concorso pubblico, anche se bandito su base nazionale, potrà scegliere la Regione per cui partecipare e potrà concorrere solo per quella.
Cambieranno anche i requisiti per risultare idonei. Nella riforma, infatti, si stabilisce che solo coloro che rientreranno nel 20% dei posti successivi all’ultimo di quelli banditi potranno essere identificati come idonei.
Infine ci sarà la possibilità di fare solo la prova scritta nei concorsi per i profili “non apicali”, ovvero quelli per i posti di dirigenza.
Qui trovate un riepilogo delle novità per i concorsi.
Gli Enti Locali potranno procedere, nei limiti dei posti disponibili della vigente dotazione organica, previo colloquio selettivo e all’esito della valutazione positiva dell’attività lavorativa svolta, alla stabilizzazione del personale dipendente che:
Maggiori informazioni sono disponibili qui.
Si prevede che, fino al 31 dicembre 2026 e in deroga alle disposizioni generali, le amministrazioni possono assumere giovani laureati con contratto di lavoro di apprendistato di durata massima di 36 mesi nel limite del 10% delle facoltà assunzionali della PA.
Adesso arriviamo ai punti più controversi e che hanno fatto più discutere.
Gli interventi previsti dal Piano Nazionale di Ripresa e resilienza (PNRR) e dal Piano nazionale di Investimenti Complementari (PNIC) sono esclusi dal cosiddetto controllo concomitante, ossia relativo ad interventi in corso di svolgimento, della Corte dei Conti.
Il testo, ricordiamo, innalza anche al 12%, fino al 31 dicembre 2026, la percentuale massima per la copertura con personale estraneo alle amministrazioni pubbliche dei posti dirigenziali di amministrazioni che rivestono il ruolo di stazioni appaltanti per il PNRR.
Prorogato inoltre fino 30 giugno 2024 (in precedenza 30 giugno 2023) il cosiddetto scudo erariale per i dirigenti dello Stato, con responsabilità limitata ai casi in cui la produzione del danno conseguente alla condotta del soggetto agente è dolosamente voluta.
Il periodo massimo di aspettativa, senza assegni e senza decorrenza dell’anzianità di servizio, risulterà ampliato da 12 a 36 mesi.
Un periodo che potrà essere impiegato anche per avviare attività professionali e imprenditoriali.
Qui di seguito potete consultare i documenti correlati al testo appena approvato: