L’INPS ha da poco fatto sapere che la quarantena per contatto non sarà più considerata indennità di malattia. Chiariamo la questione sull’indennità per quarantena.
Dall’inizio della pandemia di Covid-19, sono migliaia gli italiani che hanno dovuto richiedere la malattia al lavoro, a causa di un contatto con un positivo.
Ma pochi giorni fa, l’INPS ha dichiarato che non ci sarà più un’indennità per quarantena, in caso di contatto con positivo.
Vediamo meglio la questione.
L’indennità per quarantena era stata introdotta dal decreto legge del 17 marzo 2020, quindi all’inizio dell’emergenza per Covid-19.
L’indennità era una tutela che prevedeva l’equiparazione alla malattia dei periodi di assenza dal lavoro, dovuti alla quarantena per contatto con un positivo. I periodi di quarantena rientravano nel conteggio del limite massimo indennizzabile normativamente previsto.
Il trattamento economico corrisposto era equiparato a quanto previsto in caso di malattia comune, sulla base della normativa di riferimento erogata dall’INPS, nel caso dei lavoratori aventi diritto alla tutela previdenziale della malattia.
La tutela prevedeva ogni tipo di quarantena: con sorveglianza attiva, precauzionale e con permanenza domiciliare.
Ovviamente la tutela non era riservata ai lavoratori che potevano lavorare in smart-working, poiché
Per il 2021 non sono state stanziate nuove risorse dal Governo e dal Parlamento, perciò l’INPS ha annunciato che le indennità per quarantena, relative al 2021, non saranno più coperte. La questione, ovviamente, mette a repentaglio numerosi lavoratori che non possono recarsi al lavoro, dopo un contatto con un positivo e che non possono lavorare in smart-working.
Il rischio, infatti, è quello di avere uno stipendio dimezzato, a fronte del rischio epidemiologico, a causa dell’isolamento per un lungo periodo (che può andare dai 7 giorni con tampone negativo ai 14 giorni o comunque fino alla negativizzazione).
Antonello Orlando, esperto della Fondazione Studi Consulenti del Lavoro, ha però affermato che si tratti di un’ipotesi remota:
L’INPS ha comunque affermato che riconoscerà le tutele riferite al 2020, nei limiti della spesa, quindi fino ad esaurimento dei 663,1 milioni di euro stanziati precedentemente.
Ci sono buone notizie, però, per i lavoratori fragili.
A differenza degli altri, avranno la possibilità di ricevere l’indennità per quarantena, anche nel 2021, grazie ai 282,1 milioni di euro stanziati.
La copertura, però, sarà valida solo entro il 30 giugno 2021, questo significa che, per la seconda metà dell’anno, non ci sono abbastanza fondi neanche per i lavoratori fragili.
Le polemiche ovviamente non si sono sprecate, soprattutto dai sindacati e l’Ente è finito subito al centro di numerose proteste da parte dei lavoratori.
La segretaria confederale della CGIL Rossana Dettori ha affermato:
Staremo a vedere se l’INPS tornerà sui suoi passi o se il Governo stanzierà nuovi fondi per i lavoratori.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
Perchè pagare la quarantena a chi non vuole vaccinarsi? considerato che non si può imporre, meglio togliere ogni comodità.
Il fatto che mettono in quarantena anche che è stato vaccinati.. il colmo …, uno va a trovare i famigliari al estero vaccinato faccendo tampone un giorno prima della partenza pure ma non basta nemmeno così… siamo alla frutta veramente…,
Quando c”e emergenza non si va all’estero soprattutto in quei paesi con forte rischio.
Altrimenti ne pagate poi le conseguenze. Mica è giusto che l’Imps paghi per chi ha fatto i suoi comodi
Allora se non ci sono coperture meglio farglie fare il tampone ogni 3 giorni come nel caso del personale sanitario.. non vedo nulla di così impossibile