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Mobilità personale statale: i sindacati dissentono

lentepubblica.it • 10 Ottobre 2014

Apprendiamo dal question time del Ministro Madia di ieri che alcune materie che hanno sempre riguardato la contrattazione vengono affrontate, come si faceva negli anni 50-60, con provvedimenti legislativi. E’ il caso della mobilità del personale tra amministrazioni diverse, e delle necessarie tabelle di equiparazione tra personale appartenente a contratti diversi e con inquadramenti e retribuzioni differenti.

Riteniamo imprescindibile che per favorire la mobilità obbligatoria non si possa eludere un confronto di merito fra sindacato e controparte, atteso peraltro che il Testo Unico 165/2001, ancora in vigore, ha proprie procedure ed un soggetto che rappresenta la controparte (l’A.Ra.N.).

L’atteggiamento del Governo è dare per scontato che su queste tematiche non vi possa essere condivisione. Vogliamo ricordare che sulla valutazione, proprio attraverso la contrattazione, abbiamo stabilito strumenti molto impegnativi e concreti ed anche elementi che hanno evitato soprusi. Infatti, la valutazione deve essere oggettiva e soprattutto trasparente, cosa che non sempre avviene. Mentre sulle tabelle di equiparazione troppo diverse sono le normative contrattuali fra i diversi comparti, e, pertanto hanno bisogno di un confronto fra coloro che hanno partecipato alle varie fasi contrattuali e che ne hanno stabilito le norme.

Il sindacato confederale non si è mai tirato indietro, anche nel pubblico impiego, nel valutare, proporre e concordare soluzioni innovative, sempre nell’interesse dei cittadini e dei lavoratori pubblici.

Questa autosufficienza non pagherà, anche perché con i lavoratori, ci parlano e li rappresentano le organizzazioni sindacali.

 

CGIL    CISL    UIL confederali

 

 

FONTE: UIL – Unione Italiana del Lavoro

 

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