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Poletti vs Madia: anche i pensionati devono poter lavorare

lentepubblica.it • 20 Marzo 2014

Pochi giorni fa il ministro per la Semplificazione Marianna Madia si era detta convinta che se unpensionato intende continuare a lavorare, allora dovrebbe lasciare metà della sua pensione allo Stato. Secondo il ministro, infatti, non è accettabile che in una fase caratterizzata dal 40 per cento di disoccupazione giovanile, almeno un milione e mezzo di persone cumulino l’assegno previdenziale con il reddito da lavoro.

Le ha risposto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, dicendosi convinto che non è giusto che i pensionati non possano lavorare. Secondo il titolare del Welfare, è necessario individuare, casomai, quelle modalità che consentano a chiunque lo voglia di avere qualcosa da fare; nessuno, ha aggiunto, deve essere condannato a starsene a casa, che si tratti di un giovane, di un pensionato o di un immigrato.

Interpellato da Mix24, Poletti ha spiegato che se proprio non può esserci cumulabilità, allora occorre, anzitutto, ragionare su cosa si intende per cumulo e, soprattutto, sulle modalità di uscita dal mondo del lavoro. Immaginando, magari, più flessibilità e gradualità. In tal senso, il ministro ha fatto evidentemente riferimento ad una delle modifiche alla disciplina Fornero di cui si è maggiormente discusso negli ultimi anni senza, tuttavia, riuscire a portarla a termine: un meccanismo, cioè, che – su base volontaria – consenta di accedere al regime pensionistico in una forbice compresa tra i 62 e i 70 anni di età, con penalizzazioni e incentivi e seconda che si anticipi o rinvii l’uscita.

FONTE: CGIA Mestre

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