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Riforma PA: nuovi motivi per il licenziamento disciplinare

lentepubblica.it • 8 Febbraio 2017

licenziamento 2Pubblico impiego: la bozza di decreto attuativo della riforma Madia prevede quattro nuove cause di licenziamento disciplinare.

 


La bozza di decreto legislativo attuativo della riforma Madia prevede quattro nuovi casi di licenziamento nel pubblico impiego:

 

1) rapporto di lavoro risolto per violazione del Codice di Comportamento (il D.P.R. n. 62/2013 ed i codici di ciascuna singola p.a.);

 

2) mancato esercizio – doloso o gravemente colposo – dell’azione disciplinare, o mancata segnalazione dell’infrazione, oppure, archiviazione sulla base di valutazioni manifestamente irragionevoli (per i dirigenti, queste infrazioni potranno costituire anche responsabilità dirigenziale);

 

3) scarso rendimento reiterato, qualora, nel corso dei due anni precedenti, al dipendente sia stata irrogata una sanzione allo stesso titolo, di tenore più lieve;

 

4) reiterata valutazione negativa ai fini del risultato del dipendente nell’arco dell’ultimo triennio.

 

L’elenco precisa che tra le situazioni “a rischio” ci sono le gravi e reiterate violazioni del codice di comportamento (accettare regali costosi, abusare dell’auto di rappresentanza). Nel decreto dovrebbe anche essere stabilito che in caso di procedura ordinaria entro tre mesi, non più quattro, l’azione deve essere conclusa. Resta fermo il licenziamento sprint, di 30 giorni, per il “furbetto del cartellino”, che dovrebbe essere esteso a tutte le forme illecite che portano a licenziamento accertate in flagranza.

 

Il novello comma 1-bis reca una definizione di “falsa attestazione della presenza in servizio”.

 

Visto che già una definizione è data al comma 1 dell’articolo in questione (art. 55-quater d.lgs. 165/2001), il Consiglio di Stato aveva suggerito che, per esigenze di chiarezza e di coordinamento di rinnovare anche nel comma 1-bis il riferimento alla “alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza”, specificando che “costituisce falsa attestazione della presenza, oltre a quella realizzata mediante l’alterazione dei sistemi di rilevamento della presenza, qualunque modalità fraudolenta posta in essere…”. Il Governo non ha invece ritenuto di accogliere l’osservazione.

 

Più importante il nuovo comma 3-bis, poichè introduce un nuovo procedimento disciplinare, una sorta di procedimento “accelerato” giustificato solamente dal fatto di cogliere il soggetto in flagranza di reato e/o dell’esistenza di riprese video.

 

In allegato lo schema di decreto.

 

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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