Salvo proroghe dell’ultimo minuto, si procederà con lo stop allo smart working per 800mila lavoratori fragili dopo il 30 settembre: ecco nel dettaglio.
Nonostante il lieve aumento dei casi di Covid-19, non sembra che ci sarà una proroga per il lavoro agile, destinata ai lavoratori fragili.
Il 30 settembre, infatti, scadrà la mini-proroga, approvata a maggio dal Governo, con la modifica al decreto Lavoro.
Ecco cosa succederà ai lavoratori fragili, dopo il 30 settembre.
Con la pandemia, lo smart working è stato uno strumento utile per poter mantenere la continuità del lavoro.
La modalità è stata, poi, prorogata anche terminata l’emergenza per i lavoratori “affetti da gravi patologie croniche con scarso compenso clinico”, poiché categoria più a rischio di complicazioni di salute da un’eventuale infezione da Covid-19.
Alla fine di maggio era arrivata la proroga, che prolungava lo smart working per i fragili dal 30 giugno al 30 settembre, garantendo l’opzione dello smart working, anche in assenza di accordi individuali, stipulati per iscritto.
Ma, salvo eccezioni, la modalità non sarà prorogata oltre il 30 settembre. Questo significa che, dal primo ottobre, i lavoratori fragili, sia del settore pubblico che di quello privato, potranno operare da remoto, solo dopo aver stipulato accordi individuali col datore di lavoro, nel rispetto dei piani dell’azienda o dell’amministrazione pubblica.
La proroga slitta al 31 dicembre 2023 solo in due casi: