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Scuola, aumenti stipendiali e arretrati: quando arrivano?

lentepubblica.it • 15 Febbraio 2018

Quando arriveranno gli aumenti stipendiali e gli arretrati per il personale della Scuola? Anche per precari? Gli arretrati spetteranno anche ai pensionati?


Scuola, aumenti stipendiali e arretrati: quando arrivano? Inutile attenderli nel cedolino di febbraio, dove invece ci sarà l’annuale conguaglio fiscale e lo scatto di anzianità per chi lo aveva maturato a dicembre 2017 e ha dovuto attendere per un problema tecnico.

 

Abbiamo anche chiarito che la parte normativa introdotta dalla nuova ipotesi di contratto firmata il 9 febbraio da FLCGIL, CISL e UIL non è ancora in vigore, dato che il testo deve ancora essere sottoposto all’iter di approvazione (e firma) definitivo. Pertanto, ad oggi, ferie permessi, diritto dovere alla formazione, bonus merito e utilizzo su potenziamento sono regolati dal CCNL 200-2009 e dalla legge 107/2015. h

 

AUMENTI STIPENDIALI E ARRETRATI

 

In concreto, quando arriveranno in busta paga aumenti stipendiali e arretrati? Per gli aumenti stipendiali è ragionevole pensare che si possa andare ad aprile, mentre gli arretrati (relativi al 2016 e 2017) potranno arrivare già a marzo.

 

Gli arretrati infatti verranno pagati con una “una tantum”, per una cifra che potrà arrivare fino a 600 euro lordi.

 

PERSONALE COINVOLTO

 

Docenti, compresi i supplenti, e personale ATA. Gli arretrati spetteranno anche al personale in pensione dal 1° settembre 2016 o 2017. (Per questi ultimi non sappiamo ancora quando ci sarà un cedolino ad hoc).

 

LE SOMME NETTE

In termini economici, stando alle tabelle ufficiali del rinnovo del contratto, si prevedono incrementi stipendiali a regime, tra gli 85 e i 110 euro. Si tratta, tuttavia, di somme lorde che necessitano di essere decurtate. Qualora si tratti di lordo dipendente, applicando una tassazione media del 35%, la somma che effettivamente il personale della scuola si ritroverà in più in busta paga tra un mese sarà tra i 55 e i 71 euro.

 

Qualora, invece, quelle somme indicate si riferiscano al netto del lordo Stato, quindi da dividere per 1,3838, dunque soggette anche ad altre ritenute fiscali e previdenziali, il discorso cambia. Purtroppo in peggio. Perché, applicando il coefficiente dell’1,3838, si scenderebbe subito a meno di 62 euro e poi, tassando la quota sempre del 35% medio, la cifra finale netta si attesterebbe attorno ai 40 euro.

 

 

Fonte: Orizzonte Scuola (www.orizzontescuola.it)
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