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Chiusura delle scuole a causa della crisi energetica?

lentepubblica.it • 30 Agosto 2022

chiusura-scuole-crisi-energeticaCrisi energetica e chiusura delle scuole: si fa avanti questa ipotesi, portata avanti anche da alcune organizzazioni professionali. Tuttavia altri, come la FLC CGIL, esprimono i propri dubbi.


In una recente nota la FLC CGIL (Federazione dei Lavoratori della Conoscenza) prende le distanze dall’ipotesi chiusura delle scuole per la crisi energetica.

Secondo la Federazione la scuola è una priorità, ed il risparmio energetico dovrebbe essere eventualmente effettuato su altri settori della Pubblica Amministrazione.

Scopriamone di più.

Chiusura delle scuole a causa della crisi energetica?

Nello specifico nel mirino della federazione sindacale c’è la proposta di alcuni Comuni italiani, al momento supportata da varie associazioni come l’ANP (Associazione Nazionale Presidi) di introdurre la cosiddetta settimana corta a scuola.

In pratica vuol dire chiudere gli istituti un giorno in più, cioè anche il sabato, fissando a cinque le giornate di lezione in classe.

L’Associazione Nazionale Presidi, nello specifico, sarebbe d’accordo a condizione di allungare “le lezioni gli altri giorni. In questo modo risparmiamo circa 1/6 della bolletta per il riscaldamento“.

Il presidente dell’associazione, Antonello Giannelli, intervenendo alla trasmissione Omnibus su La7 ha aggiunto che “bisogna prevedere una riorganizzazione dei trasporti perché dove si fanno più ore, come negli istituti tecnici, in due giorni l’orario sarebbe dalle 8-15 e quindi i ragazzi all’uscita il bus. Io non voglio sentire parlare di riduzione di orario perché pregiudicheremmo il diritto allo studio, cosa che i nostri ragazzi hanno già sofferto. Un conto è stare in dad per mesi, un altro conto è starci un giorno su sei.”

 

I dubbi della FLC CGIL

Nella nota che ha condiviso la FLC CGIL emergono tutti i dubbi su questa proposta inconsueta.

La corsa al rialzo del costo dei prodotti energetici sta gettando una serie di preoccupazioni su come si potrà affrontare l’inverno sia da parte delle famiglie che delle imprese: da più parti, comprese aree governative e politiche, si comincia ad ipotizzare la necessità di contenere i consumi. Risulta però davvero bizzarra l’uscita dell’Associazione Nazionale Presidi che propone di chiudere le scuole il sabato e sostituire quel giorno con la didattica a distanza. Proposta di cui nessuno ha reso partecipe la scuola, ma che viene lanciata da un’associazione professionale forse alla ricerca di permanente visibilità.

Se passa il principio che per razionalizzare il riscaldamento si può chiudere la scuola, poi la si potrà chiudere per qualsiasi motivo, tanto da noi le emergenze non mancano, è già successo: si chiudono le scuole e si propone di fare la didattica a distanza (tanto è la stessa cosa!) perchè passa il Giro d’Italia, così si evitano problemi di traffico, oppure si chiudono perché c’è troppo vento e potrebbero cadere rami secchi e rappresentare un pericolo… Se passano questi principi la scuola è finita: invece lo stesso ministero nelle faq (la numero 6) di ieri ribadisce che la didattica è solo in presenza e che la fase di emergenza è finita. Insomma, la proposta dell’ANP è di una gravità assoluta. Si usino piuttosto i fondi del Pnrr per adeguare gli edifici scolastici, per l’efficientamento energetico e contro gli sprechi.

Qui di seguito potete consultare il testo completo della nota della FLC CGIL.

 

Fonte: FLC CGIL
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