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Docenti: come difendersi dalle lettere “intimidatorie” dei genitori?

lentepubblica.it • 18 Maggio 2016

genitori, letteraIl mondo della scuola è radicalmente cambiato. Se un tempo nessuno osava mettere in discussione il maestro, la maestra, il proprio docente, oggi si è passati all’estremo opposto.

 

Estremo opposto che è conseguenza di quella trasformazione sistemica accaduta nella scuola che ha riconosciuto un grandissimo potere ai genitori, agli studenti, poiché questi sono l’utenza, ergo clientela della scuola da soddisfare.

 

E siccome la scuola non fornisce più un canonico servizio pubblico essenziale, ma un prodotto che deve essere spendibile secondo le logiche volute dal mercato, mandando in frantumi ogni libertà d’insegnamento ed etica e rispetto della professione docente, basta una letterina per. Viene in mente quando Lucio Dalla cantava  Caro amico ti scrivo così mi distraggo un po ‘ . Ma qui non si scrive a nessun amico e neanche per distrarsi.

 

Quando i genitori si armano di carta e penna è perché in quel preciso momento sono consapevoli del potere che possono esercitare ed il docente non è certamente amico. Ovviamente con ciò non si vuole generalizzare, ma sono tanti, tantissimi i casi denunciati di procedimenti disciplinari, poi risultati infondati, di pressioni, di azioni vessatorie, che hanno avuto origine proprio dalla famigerata letterina. Come difendersi?

 

In primo luogo affinché le letterine abbiano seguito è necessario l’atto della Dirigenza Scolastica. Perché queste letterine vengono spesso indirizzate alla DS od all’UST se non USR.

 

Non si comunica più con l’interessato/a. Non si parla più con il docente. E’ vero che il DS ha l’obbligo di dare seguito a determinate azioni quando viene a conoscenza di fatti che possono essere passibili di certi e dati provvedimenti.

 

Ma è necessaria una istruttoria preventiva. Spesso, invece, accade che quando perviene la letterina, al docente interessato giunge una richiesta di chiarimenti da cui poi può derivare qualche contestazione. Pratica legittima, con le dovute verifiche.

 

Il lavoratore ha diritto di produrre istanza di accesso agli atti per venire a conoscenza del contenuto della lettera, non sempre, però è possibile conoscere il nominativo del mittente, per cautela giuridica. Questo non significa che il lavoratore non possa tutelarsi.

 

Se i contenuti della lettera sono diffamatori, o ledono la sua professionalità, può sempre proporre denuncia presso gli appositi organi competenti. Ma questo deve essere l’estremo rimedio.

 

E’ sempre suggeribile trattare le questioni in via collegiale, all’interno della scuola, anche perché i colleghi che oggi si sentono non toccati dalla “letterina” non è detto che un giorno non possano essere proprio loro i destinatari. Perché lo studente riferisce determinate cose, ad esempio.

 

Ma non ci si deve dimenticare che il datore di lavoro ha il diritto e l’obbligo di tutelare i propri dipendenti, di evitare che possano verificarsi condotte anche protratte nel tempo e consistenti nel compimento di una pluralità di atti (giuridici o meramente materiali, ed, eventualmente, anche leciti) diretti alla persecuzione od all’emarginazione del dipendente, di cui viene lesa – in violazione dell’obbligo di sicurezza posto a carico dello stesso datore dall’art. 2087 cod. civ. – la sfera professionale o personale, intesa nella pluralità delle sue espressioni (sessuale, morale, psicologica o fisica) .

 

Ed il datore di lavoro non può neanche rimanere inerte nella rimozione del fatto lesivo, dovendosi escludere la sufficienza di un mero (e tardivo) intervento pacificatore, non seguito da concrete misure e da vigilanza.

 

La soluzione è nel giusto equilibrio, nel dialogo, nel senso del rispetto che deve riaffermarsi nei confronti del docente.

 

C’era una volta il maestro o la maestra, oggi esiste in gran parte un semplice impiegato pubblico, che fornisce un servizio che deve soddisfare l’utenza.

 

Ed il problema poi si riflette totalmente nella società, dove tutto è consentito, dove ogni senso di rispetto viene meno, e la base di partenza di tutto ciò è stata la devastazione che ha subito la nostra scuola che ha perso ogni senso di autorevolezza, e tale mancanza di autorevolezza si è accanita nei confronti del docente, poichè quella della professione docente non è più una figura autorevole.

Fonte: Orizzonte Scuola (www.orizzontescuola.it) - articolo dell'Avv. Marco Barone
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Alfonso Masciocchi
Alfonso Masciocchi
19 Maggio 2016 9:43

ritengo che definire esseri inferiori i genitori sia un filino scortese … ma forse il babbuino saccente che lo ha scritto non padroneggia la lingua…. comunque, i docenti che lavorano con impegno e con gli esseri inferiori, nonche’ con i ragazzi, ritengo non ricevano letterine e se capita si chiarisce subito l,’equivoco, per gli altri… subiranno quello che leggi dello stato prevedono leggi a cui nessuno e’ superiore…. quindi chi lavora con impegno e bravura non deve temere nulla per i lazzaroni incapaci invece la giusta sanzione e’ sacrosanta