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Associazioni Pro Vita nei consultori: scoppia la polemica

lentepubblica.it • 17 Aprile 2024

Associazioni Pro Vita nei consultoriNel decreto Pnrr, è stato inserito anche un emendamento della maggioranza, che prevede l’introduzione di associazioni Pro Vita nei consultori.


Nella giornata di ieri, 16 aprile 2024, la Camera dei Deputati ha posto la fiducia sul Decreto legge relativo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), introducendo diverse novità.

Tra queste, all’art.44, c’è l’emendamento a prima firma di Lorenzo Malgola di Fratelli d’Italia, che prevede l’inclusione di Associazioni Pro Vita, all’interno dei consultori.

La decisione ha scatenato diverse polemiche, soprattutto nelle opposizioni. Ecco cosa prevede.

Associazioni Pro Vita nei consultori: l’emendamento voluto dalla maggioranza

Il Governo ha posto il voto di fiducia sul decreto attuativo del Pnrr, blindando anche il nuovo emendamento voluto da Fratelli d’Italia.

Nel testo, si legge che nell’organizzazione dei servizi dei consultori, le Regioni possono avvalersi, “senza nuovi o maggiori oneri a carico nella finanza pubblica, di soggetti del terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.

Questo vuol dire che associazioni pro-vita (o pro-life) potranno essere introdotte nelle strutture come i consultori, alle quali molte donne si rivolgono per le pratiche dell’interruzione della gravidanza.

Perciò, secondo quanto dichiarato dall’emendamento, le associazioni pro-vita, senza oneri per lo Stato, offriranno alle donne che si recano nei consultori per avere il certificato per la Igv (Interruzione volontaria di gravidanza), la possibilità di riflettere sulla loro scelta.

Le associazioni pro-vita sono già presenti in diversi ospedali pubblici dove si praticano interruzioni di gravidanza. Un esempio è il Sant’Anna di Torino, ospedale pubblico nel quale è presente la cosiddetta “stanza dell’ascolto”, uno spazio per accogliere le donne che vogliono abortire e per aiutarle a trovare un’altra vita.

Secondo le associazioni pro-choice, invece, si tratterebbe di uno spazio dove vengono utilizzati metodi manipolativi (come far ascoltare il battito del feto) per convincere a non abortire.

Associazioni Pro Vita nei consultoriLe proteste da parte dell’opposizione

Pronte e chiare le proteste da parte dell’opposizione.

Partito Democratico e Movimento 5 Stelle hanno contestato l’iniziativa, affermando che si tratti di un chiaro attacco alla legge 194, che regola il diritto all’aborto.

Come aggiunto dalla segretaria del PD Elly Schlein

“diritto che è ancora troppo negato nel nostro Paese, ovunque governa la destra la 194 viene ostacolata”.

Dalla parte della maggioranza, si replica alle accuse ribadendo che nessuno vuole limitare l’applicazione della legge 194. Anzi, si vuole applicarla nella sua interezza, soprattutto le parti che prevedono la prevenzione dell’interruzione della gravidanza e dell’assistenza alla maternità.

I numeri dell’obiezione di coscienza in Italia

Se da una parte, la maggioranza afferma che la legge 194 non sarà toccata, dall’altra bisogna per forza parlare dei numeri dell’obiezione di coscienza nel nostro Paese.
A causa dell’autonomia regionale in ambito sanitario, c’è molta disparità tra le regioni, per quanto riguarda la pratica delle Igv.

Nonostante ci sia una legge apposita, già da quattro anni, l’aborto farmacologico in regime ambulatoriale (ovvero nei consultori), è consentito solo in 3 regioni su 20, ovvero Lazio, Emilia-Romagna e Toscana.

Inoltre, ci sono numeri molto alti di obiettori di coscienza, ovvero medici e sanitari che si rifiutano di praticare aborti.
Come riportato dai dati dell’Associazione Luca Coscioni, in quattro regioni (Abruzzo, Molise, Basilicata e Sicilia) la percentuale degli obiettori supera l’80%.

Mentre in Italia, il 63,6% dei ginecologi (secondo i dati del Ministero della Salute) è obiettore.

Ciò porta ad una situazione difficile, se non impossibile, per le donne che vogliono praticare la Igv, costrette a spostarsi di chilometri per farlo, nonostante sia una pratica inserita nei Lea (Livelli essenziali di assistenza).

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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