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Codice del Terzo Settore, una riflessione sulla situazione attuale e gli sviluppi futuri

lentepubblica.it • 19 Aprile 2024

codice-terzo-settoreEcco una breve riflessione sul Codice del Terzo Settore, alla luce degli impegni presi alla sua nascita, al contesto attuale e ai possibili sviluppi futuri di questa disciplina.


Si tratta di un disposto normativo nato per promuovere la solidarietà e il bene comune, definisce un quadro giuridico specifico per un settore della società civile che opera al di fuori dei tradizionali ambiti pubblico e privato. Esso ha lo scopo di favorire la crescita e lo sviluppo di iniziative che mirano a migliorare la qualità della vita e a promuovere il progresso sociale, culturale ed economico del Paese.

Che cos’è il Codice del Terzo Settore?

Il Codice del Terzo Settore è una pietra miliare nel panorama normativo italiano poiché ha dato forma e chiarezza al ruolo e alle attività delle organizzazioni non profit e del volontariato. Questo codice, emanato nel 2017 tramite il Decreto Legislativo n. 117, ha istituito una cornice giuridica specifica per regolare le operazioni di queste organizzazioni, riconoscendone il valore e l’importanza nella promozione del benessere sociale e della solidarietà.

L’entrata in vigore del Codice del Terzo Settore ha contribuito a conferire maggiore legittimità e chiarezza alle attività di queste organizzazioni, fornendo un quadro normativo chiaro e specifico che regola la loro costituzione, operatività, finanziamento e rendicontazione. Ciò ha favorito una maggiore fiducia e collaborazione tra il Terzo Settore, il settore pubblico e quello privato, consentendo di realizzare in modo più efficace obiettivi di interesse comune e promuovere una società più inclusiva e solidale.

Il concetto di “terzo settore”

Il concetto di “Terzo Settore” è fondamentale per comprendere il contesto in cui si colloca il codice. Esso si riferisce a un’area della società civile che opera al di fuori dei tradizionali settori pubblico e privato. Mentre il settore pubblico è responsabile delle funzioni governative e il settore privato opera per il profitto, il Terzo Settore si distingue per il suo impegno nei confronti della solidarietà, dell’interesse generale e della promozione del bene comune.

In sostanza, il Terzo Settore abbraccia una vasta gamma di organizzazioni e iniziative che si dedicano a cause sociali, culturali, ambientali, educative e di altro genere. Queste organizzazioni possono assumere forme diverse, come associazioni, fondazioni, cooperative sociali, gruppi di volontariato e altre, e lavorano per affrontare le sfide sociali e promuovere il progresso in vari ambiti.

I punti chiave del Codice

Ecco alcuni punti chiave del Codice del Terzo Settore:

  1. Definizione e riconoscimento: Il Codice definisce chiaramente le varie tipologie di organizzazioni che compongono il Terzo Settore, tra cui associazioni, fondazioni, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali e altre forme giuridiche. Queste organizzazioni vengono riconosciute come soggetti giuridici distinti, con finalità diverse da quelle delle imprese private e delle istituzioni pubbliche.
  2. Normative e regolamenti: Il Codice del Terzo Settore stabilisce regole e normative specifiche per le attività delle organizzazioni non profit, compresi aspetti legali, fiscali, contabili e di trasparenza. Ciò include disposizioni sulle modalità di costituzione, sulla gestione e sull’operatività delle organizzazioni, nonché sulle modalità di accesso ai finanziamenti pubblici e privati.
  3. Incentivi e agevolazioni: Il Codice prevede una serie di incentivi e agevolazioni fiscali per le organizzazioni del Terzo Settore, al fine di promuovere e sostenere le loro attività. Questi possono includere esenzioni o riduzioni fiscali su imposte come l’IRPEF e l’IVA, nonché agevolazioni nei confronti di donazioni e contributi devoluti alle organizzazioni non profit.
  4. Trasparenza e accountability: Il Codice del Terzo Settore promuove la trasparenza e l’accountability delle organizzazioni non profit, stabilendo requisiti di pubblicazione e rendicontazione delle attività, dei bilanci e dell’utilizzo dei fondi ricevuti. Questo contribuisce a garantire un’adeguata governance e a mantenere la fiducia del pubblico e dei finanziatori nelle attività delle organizzazioni del Terzo Settore.
  5. Collaborazione e co-progettazione: Come accennato in precedenza, il Codice del Terzo Settore promuove la collaborazione tra il Terzo Settore, il settore pubblico e quello privato attraverso strumenti come la co-progettazione. Questo approccio favorisce la partecipazione attiva dei cittadini e delle organizzazioni nella progettazione e nell’implementazione delle politiche sociali e di sviluppo, contribuendo a creare soluzioni più efficaci e inclusive per le sfide della società.

Le criticità del contesto globale attuale

Nel contesto attuale, il Codice del Terzo Settore assume un’importanza ancora maggiore, poiché le sfide globali come la pandemia da COVID-19 e i conflitti in corso in Ucraina e Palestina hanno accentuato le disuguaglianze sociali, economiche e culturali, mettendo a dura prova le risorse e le capacità delle organizzazioni non profit e del volontariato.

La pandemia ha messo in evidenza la fragilità dei sistemi sanitari e sociali, aumentando il bisogno di interventi solidali e di sostegno alle comunità più vulnerabili. Le organizzazioni del Terzo Settore si sono trovate ad affrontare una domanda crescente di servizi e supporto, mentre allo stesso tempo hanno dovuto fronteggiare limitazioni operative e finanziarie dovute alle restrizioni imposte dalla situazione sanitaria.

I conflitti in corso in Ucraina e Palestina hanno ulteriormente complicato il panorama, generando flussi migratori e profughi che richiedono assistenza e protezione. Le organizzazioni non profit si trovano a dover affrontare sfide complesse legate alla fornitura di aiuti umanitari in contesti ad alto rischio e instabilità, spesso con risorse limitate e ostacoli logistici.

In questo scenario, il Codice del Terzo Settore diventa uno strumento cruciale per garantire un sostegno adeguato e una regolamentazione chiara delle attività delle organizzazioni non profit e del volontariato. Tuttavia, le difficoltà emerse dalla pandemia e dai conflitti in corso mettono in luce la necessità di un costante adattamento e miglioramento delle politiche e dei meccanismi di sostegno alle organizzazioni del Terzo Settore, al fine di affrontare efficacemente le sfide emergenti e promuovere una risposta solidale e inclusiva ai bisogni della società.

Quali sviluppi futuri?

Il Codice del Terzo Settore, pur rappresentando già un passo significativo nel riconoscimento e nella regolamentazione delle attività delle organizzazioni non profit e del volontariato, offre spunti interessanti per futuri sviluppi e miglioramenti. Tra le possibili direzioni di evoluzione, si possono individuare diverse aree chiave:

  • Innovazione normativa: Il continuo cambiamento delle dinamiche sociali, economiche e tecnologiche richiede un’evoluzione costante del quadro normativo che regola il Terzo Settore. Sviluppare normative flessibili e adattabili alle esigenze emergenti può favorire la crescita e la sostenibilità delle organizzazioni non profit, consentendo loro di rispondere in modo efficace e tempestivo alle sfide della società.
  • Promozione della trasparenza e dell’accountability: Garantire una maggiore trasparenza e accountability nelle attività del Terzo Settore è fondamentale per mantenere la fiducia del pubblico e dei finanziatori e per assicurare un utilizzo efficace delle risorse. Strumenti innovativi come la tecnologia blockchain potrebbero essere utilizzati per migliorare la tracciabilità e la rendicontazione delle transazioni finanziarie e delle attività delle organizzazioni non profit.
  • Incentivi e agevolazioni: Potenziare gli incentivi fiscali e le agevolazioni per le donazioni e i contributi devoluti alle organizzazioni non profit può stimolare ulteriormente la partecipazione della società civile e del settore privato nel sostenere le attività del Terzo Settore. Inoltre, promuovere partenariati pubblico-privati innovativi può favorire la realizzazione di progetti con impatti sociali e ambientali positivi.
  • Integrazione e collaborazione: Favorire la collaborazione e l’integrazione tra le diverse organizzazioni del Terzo Settore può potenziarne l’efficacia e l’impatto. Iniziative come la co-progettazione e la creazione di reti e piattaforme di collaborazione possono favorire lo scambio di conoscenze, risorse e migliori pratiche tra le organizzazioni, consentendo loro di affrontare sfide comuni in modo sinergico.
  • Sviluppo di competenze e capacità: Investire nella formazione e nello sviluppo delle competenze dei volontari e degli operatori del Terzo Settore può migliorare la qualità e l’efficacia delle attività svolte dalle organizzazioni non profit. Programmi di formazione su temi come la gestione organizzativa, la comunicazione, il fundraising e l’impatto sociale possono contribuire a potenziare le capacità delle organizzazioni e a favorire la crescita e lo sviluppo del settore nel suo complesso.

In sintesi, il futuro del Codice del Terzo Settore può essere caratterizzato da un costante impegno verso l’innovazione, la trasparenza, la collaborazione e lo sviluppo delle capacità, al fine di promuovere un Terzo Settore sempre più forte, inclusivo e orientato al bene comune.

Il tema della co-progettazione

Inoltre uno dei temi rilevanti riguarda la co-progettazione, una novità introdotta dal Codice del Terzo Settore, segna un passo avanti nell’ambito dell’amministrazione condivisa, dove settori pubblici e privati si uniscono per raggiungere obiettivi che riguardano il bene comune.

La co-progettazione è un concetto che si riferisce alla pratica di coinvolgere attivamente sia il settore pubblico che quello privato nella progettazione e nell’implementazione di iniziative e politiche volte a raggiungere obiettivi di interesse comune. In sostanza, rappresenta una forma di collaborazione tra enti pubblici, organizzazioni della società civile e altri attori privati per sviluppare soluzioni condivise e innovative a problemi sociali, economici o ambientali. Questo approccio mira a sfruttare le competenze, le risorse e le prospettive diverse dei partecipanti per raggiungere risultati migliori e più efficaci rispetto alle iniziative tradizionali gestite unilateralmente dall’amministrazione pubblica.

Tuttavia, questo approccio si trova di fronte a un ostacolo: il quadro normativo fornisce linee guida e scopi da perseguire, ma non specifica procedure dettagliate per le amministrazioni coinvolte. Questa mancanza di chiarezza può generare incertezza e difficoltà nell’attuazione pratica della co-progettazione, lasciando spazio a interpretazioni diverse e possibili conflitti nell’applicazione delle regole.

Inoltre il Consiglio di Stato ha sollevato dubbi riguardo al possibile contrasto tra l’articolo 55, paragrafi 3 e 4, del decreto legislativo n. 117/2017 e il Codice dei Contratti Pubblici, nonché con il principio della libera concorrenza. Questo solleva la necessità di superare le difficoltà nell’applicazione dell’articolo 55, paragrafi 3 e 4, del decreto legislativo n. 117/2017, cercando di definirne la natura in modo compatibile con le direttive dell’Unione Europea 2014/23/UE e 2014/24/UE.

Un saggio sulla co-programmazione tra politica e amministrazione

Infine, sull’argomento rilanciamo un articolo sul tema, già ripubblicato anche da ALI – Autonomie Locali Italiane, apparso sulla rivista federalismi.it e curato da Giammaria Gotti, ricercatore in Diritto Costituzionale delle Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

La pubblicazione vuole studiare l’istituto della co-programmazione di cui all’art. 55 del Codice del Terzo settore (CTS) da una triplice prospettiva. La prima, teorica, approfondisce la natura giuridica dell’istituto, attraverso un esame del suo fondamento costituzionale e normativo. La seconda, pratica, è verifica la “tenuta” concreta dell’istituto, specialmente alla luce delle più recenti esperienze sviluppatesi sul territorio. La terza, per così dire “evolutiva”, è volta ad immaginarne le prospettive di sviluppo, con uno speciale occhio di riguardo all’Unione europea e alla progressiva affermazione a quel livello del principio di sussidiarietà orizzontale.

Qui il documento completo.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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