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Sciame sismico ai Campi Flegrei: il piano del Governo e le criticità nella zona

lentepubblica.it • 23 Maggio 2024

sciame-sismico-campi-flegrei-piano-governoQuesti ultimi giorni sono stati particolarmente “turbolenti” nella zona dei Campi Flegrei, con uno “sciame sismico” di almeno 150 scosse di terremoto che stanno tenendo tutti con il fiato sospeso: adesso il Governo prova ad intervenire con un nuovo piano di soccorso, ma le criticità della zona sono molto preoccupanti.


I sismografi dell’INGV nelle ultime ore hanno registrato un nuovo terremoto di magnitudo 3,6 ha scosso la regione dei Campi Flegrei, sollevando ulteriori preoccupazioni riguardo alla situazione sismica.

Il Governo, allertato da questa situazione che sembra preoccupare di più di ora in ora, ha deciso di aprire una sorta di cabina di regia sull’emergenza a Palazzo Chigi.

A presiederla è stata direttamente la Premier Giorgia Meloni, che ha tenuto il vertice interministeriale sull’attività sismica assieme al Ministro per la Protezione civile e le Politiche del Mare, Nello Musumeci. In seguito ha avuto luogo una conferenza stampa tenuta dallo stesso ministro con il Prefetto di Napoli, Michele di Bari.

Sciame sismico ai Campi Flegrei: il piano del Governo

Sono stati stanziati 500 milioni di euro per la messa in sicurezza degli edifici nei Campi Flegrei, previo un censimento e una valutazione del rischio, e la possibilità di assistere coloro che scelgono di lasciare l’area.

La proposta chiave emersa durante il vertice riguarda infatti un sostegno economico diretto agli abitanti dell’area colpita dalla crisi bradisismica. Questo sostegno mira ad assistere coloro che desiderano abbandonare le proprie abitazioni a causa dei rischi sismici e trasferirsi altrove. Questo segnala inequivocabilmente la serietà della crisi e l’urgenza di una risposta pronta e attenta.

Si prevede che le responsabilità per affrontare questa situazione saranno condivise tra il governo centrale e le autorità locali, con un particolare focus sul governatore della Campania, Vincenzo De Luca, e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Questo sottolinea l’importanza della cooperazione tra livelli di governo per affrontare efficacemente l’emergenza.

Musumeci ha sottolineato l’impegno del governo nel risolvere la situazione critica. Le prime misure concrete annunciate includono interventi immediati per garantire la sicurezza delle scuole nei tre comuni dell’area rossa dei Campi Flegrei, seguiti da interventi sulle infrastrutture essenziali come rete elettrica, idrica, fognaria, municipi, carceri e rete viaria.

Qui di seguito il video completo della Conferenza Stampa.

La zona rossa e la zona gialla

Secondo quanto indicato dalla Protezione Civile alla fine dell’anno scorso, con l’intensificarsi delle scosse nel periodo autunnale, sono state aggiornate le mappe dell’emergenza. QUI TROVATE LA MAPPA INTERATTIVA LIBERAMENTE CONSULTABILE.

La zona rossa è l’area per cui l’evacuazione preventiva è, in caso di “allarme”, l’unica misura di salvaguardia per la popolazione. Sono ricompresi in zona rossa i comuni di Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto, per intero; parte dei Comuni di Giugliano in Campania, di Marano di Napoli e alcune municipalità del Comune di Napoli. Nell’area vivono circa 500mila abitanti.

La zona gialla è l’area, esterna alla zona rossa. Per quest’area potrebbero essere necessari allontanamenti temporanei della popolazione che risiede in edifici resi vulnerabili o difficilmente accessibili.

Nella zona gialla ricadono i Comuni di Villaricca, Calvizzano, Marano di Napoli, Mugnano di Napoli, Melito di Napoli e Casavatore e 24 quartieri del Comune di Napoli. Nell’area vivono oltre 800mila abitanti.

Le criticità della zona: nuove costruzioni nelle zone a rischio, il caso di Bacoli

Mentre le autorità si impegnano per trovare soluzioni per affrontare l’emergenza sismica, emergono anche decisioni controverse a livello locale che sollevano interrogativi sulla gestione urbanistica dell’area. In particolare, il comune di Bacoli ha recentemente autorizzato la costruzione di 350 nuove abitazioni.

Questa decisione suscita preoccupazione e dibattito poiché si inserisce in un contesto di crisi sismica in corso, sollevando interrogativi sulla prudenza delle politiche urbanistiche adottate. La costruzione di nuove abitazioni in un’area a rischio sismico solleva dubbi sulla sicurezza delle nuove strutture e sulla protezione degli abitanti.

Di contro, tra le varie ipotesi del Governo c’è anche quella di bloccare tutte le nuove costruzioni nelle aree interessate. Questo esemplifica ancora di più come la situazione da gestire dal lato amministrativo sia molto complicata.

Josi Della Ragione, il sindaco di Bacoli, come dichiarato a Repubblica, ha difeso le proprie scelte amministrative, dichiarando che: “Non si tratta del tutto di nuove abitazioni, ho solo dato la possibilità a 350 famiglie che vivono in zone a rischio e in vecchie abitazioni fatiscenti, alcune dell’Ottocento, di poter costruire nuove abitazioni anche con un aiuto pubblico in un’area meno a rischio utilizzando norme già applicate in altri Comuni dei Campi Flegrei. Per invogliarli a trasferirsi in una zona che, assicuro, è meno panoramica, daremo anche leggero aumento di cubatura. In cambio noi ci impegniamo ad abbattere le loro vecchie abitazioni. Quindi il cemento “in più” sarà davvero poco”.

La decisione di questo comune e la risposta dell’esecutivo evidenziano la complessità e le sfide della gestione urbanistica in un contesto di emergenza sismica, sottolineando la necessità di considerare attentamente la sicurezza e il benessere dei cittadini nelle decisioni di sviluppo urbano.

L’INGV continua a monitorare di continuo lo scenario

Mentre la comunità si sforza di affrontare l’emergenza sismica, la situazione continua a destare preoccupazione. Mauro De Vito dell’Osservatorio Vesuviano dell’INGV ha fornito ulteriori dettagli sulla dinamica del fenomeno sismico in corso. Secondo le osservazioni recenti la dinamica generale del sisma rimane invariata, con il suolo che continua a deformarsi.

Questo significa che l’attività sismica in aumento e continuano anche i cambiamenti nel suolo e nei parametri geochimici misurati. Sebbene la magnitudo delle scosse possa variare nel tempo, la tendenza generale del suolo a deformarsi suggerisce una persistente instabilità nella regione.

Questa costanza nella dinamica del suolo pone ulteriori sfide nella valutazione e nella gestione dell’emergenza. La mancanza di variazioni significative nei parametri geochimici misurati suggerisce che il fenomeno sismico potrebbe perdurare nel tempo, richiedendo una vigilanza costante e una risposta pronta da parte delle autorità competenti.

Il piano di evacuazione attuale

In questo momento, in tutto questo scenario che di certo non lascia del tutto tranquilli, l’unica cosa certa è la disciplina del piano di evacuazione delle aree in caso di emergenza.

L’allontanamento della popolazione dalla zona rossa inizia con la dichiarazione della fase di “allarme”. Nella mappa sono rappresentate in blu le Aree di attesa previste dai piani di protezione civile comunali, ovvero le aree da cui partiranno i cittadini che scelgono di allontanarsi con il trasporto assistito.

Dalle Aree di attesa, i cittadini saranno trasferiti nelle Aree di incontro previste dalla pianificazione nazionale di protezione civile che, nella mappa, sono rappresentate in verde. Da qui raggiungeranno, in nave, treno o pullman, le Regioni o Province Autonome gemellate.

Si spera che questo basti, viste le premesse.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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