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Usare lo smartphone di notte: quali rischi per il nostro cervello?

lentepubblica.it • 23 Agosto 2019

smartphoneLunghe notti d’estate trascorse a ‘chattare’ sul telefonino? Ma anche no.


Usare lo smartphone di notte. Il nostro sistema nervoso non è ‘responsivo’. Sul piano neurofisiologico, cioè sulla sfera della salute organica, l’uso serale, fino a nottetempo, dello smartphone da parte dei ragazzi, magari a letto, magari a pochi centimetri di distanza dal proprio campo visivo provoca dei danni”.

Lo ricorda Giovanni Battista Tura, responsabile Psichiatria dell’Irccs Fatebenefratelli di Brescia.

“Ognuno di noi- prosegue Tura- riproduce e riporta in sé il modello originale e originario di ‘essere umano’. Quello che all’inizio della storia viveva e agiva con la luce del sole, riposava inattivo e dormiva in assenza della stessa.

Un numero elevato di microsistemi, apparati, sia neurologici che ormonali, continuano a seguire la stessa legge. Non tarandosi certamente sulle evoluzioni del costume ma continuando ad agire in risposta alla luce come stimolo, al buio come stop”.

Usare lo smartphone di notte: i rischi

“Ebbene, sottoporre nottetempo tutto questo sistema a uno stimolo luminoso intenso (e lo smartphone, in quanto di piccole dimensioni e utilizzato vicino al viso è il prototipo in tal senso) è come dare un messaggio gravemente confondente, obbligando tale sistema ad attivarsi come se fosse giorno. 

Da qui l’insonnia che ne segue (e ricordiamo che la privazione di sonno in adolescenza è uno dei fattori di maggior rischio per slatentizzare disturbi psichici anche severi), stanchezza di giorno e riflessi negativi sul nostro umore. E, ripeto, non su base psicologica, ma come risultante dello stato di ‘confusione’ in cui noi mandiamo con tale comportamento corpo e mente”.

Fonte: Agenzia DIRE (www.dire.it)
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paolos88
paolos88
24 Agosto 2019 8:20

Deludente

Salvatore NICOSIA
Salvatore NICOSIA
24 Agosto 2019 11:13

Mi sembra chiaro, sensato e convincente. Grazie. Credo però che lo stare “collegati” anche di notte col mondo fuori dalla nostra porta basti DA SOLO a tenerci in uno stato vigilante, e dunque insonne. La luce azzurra probabilmente aggrava l’effetto della fibrillazione dei pensieri, che già è indotta dall’arrivo di notizie. Sarebbe interessante fare un esperimento di neuro-fisiologia: verificare cioè se un campione di popolazione che in ore notturne guarda dei concerti, dei semplici esperimenti scientifici ecc., SENZA problematiche, SENZA scambio di notizie o lettere, soffre di insonnia nella stessa misura di un campione uguale che è libero di commentare,… Leggi il resto »