Aumenti IVA su Ristoranti e Alberghi?
Il mondo del turismo va in allarme. L’ennesimo annuncio di aumenti IVA ha infatti scatenato parecchie rimostranze nel comparto turistico.
Ma di cosa si tratta nello specifico?
L’ipotesi riguarda nello speicifico un aumento selettivo dell’Iva: ma solo per gli alberghi di fascia più alta.
In pratica i consumatori pagherebbero l’IVA sui servizi relativi ad alberghi e ristoranti non più al 10%, bensì al 23%.
Oggi lo Stato incassa dunque 6,7 miliardi di Iva. Tassando queste strutture al 23% il gettito salirebbe a 14,9 miliardi, 8,2 miliardi in più. Al netto delle detrazioni, il maggior gettito sarebbe di 6-7 miliardi l’anno.
E la FIPE (Federazione Italiana Pubblici Esercizi) si scaglia nettamente contro la misura.
Ecco quanto dichiarato in un recente comunicato:
Una misura del genere colpirebbe in maniera trasversale milioni di Italiani per cui un pasto fuori casa fa ormai parte dei consumi quotidiani, per necessità o per stili di vita consolidati e condivisi.
Un panino in pausa pranzo dal lavoro, un caffè al bar, o una semplice pizza con la propria famiglia non possono essere considerati come un lusso. Se, come dichiarato a più riprese, si vogliono far ripartire i consumi non è certo questa la strada da seguire.
Il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca non nasconde la sua preoccupazione:
“Basta tasse sul turismo e sul lusso. Ci auguriamo davvero che non accada ma, se l’Iva fosse rimodulata e salisse al 22% per gli hotel di alta fascia, abbiamo già pronta una contromossa. Declasseremo tutti gli alberghi a 5 stelle per risparmiare quel famoso 10% di cui si parla. L’Italia si troverà a non avere più alberghi a 5 stelle.”