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Nuova Tassa Rifiuti nel 2020: cosa cambierà?

lentepubblica.it • 30 Ottobre 2019

nuova-tassa-rifiuti-2020Arriva la conferma sull’arrivo della Tari 2 nel 2020 con un nuovo sistema tariffario. Ecco quali saranno le principali novità.


L’Arera conferma l’arrivo della nuova tassa rifiuti nel 2020, insieme ad un più che probabile conguaglio 2018 riferito ai nuovi costi efficienti.

Obiettivo del nuovo metodo tariffario è evitare le differenze che esistono oggi a livello territoriale, considerando comunque le diverse condizioni di ciascuna area. Le tariffe future non potranno essere aumentate se non quando vengono aggiunti servizi o fasi al ciclo di trattamento oppure qualora ci siano interventi gestionali che vanno a migliorare la raccolta e lo smaltimento.

Ecco cosa cambierà a partire dall’anno prossimo.

Il DL Sostegni in Gazzetta proroga PEF 2021 e tariffe TARI al 30 giugno 2021.

Nuova Tassa Rifiuti nel 2020: i criteri

In merito ai criteri di attribuzione dei costi alle componenti tariffarie l’ARERA ha proposto di adottare una classificazione di oneri che sia fondata su criteri di uniformità e di coerenza. Introducendo anche l’obbligo, nelle situazioni più complesse, di esplicitare i criteri di attribuzione di un determinato costo alle diverse fasi del ciclo. Questo per adempiere pienamente a una tariffazione puntuale dei rifiuti.

Ai fini del calcolo dei costi efficienti da ammettere a riconoscimento, basato su criteri di certezza, uniformità e di coerenza:

  • si terrà conto dei costi effettivi come risultanti da fonti contabili obbligatorie relativi ad un anno base per cui i dati certi siano effettivamente disponibili;
  • si procederà ad una omogeneizzazione della rappresentazione e della trattazione dei costi ammissibili ai fini tariffari. Tenendo comunque conto delle specificità del servizio e procedendo a riclassificare le menzionate voci di costo nelle componenti “costi operativi di gestione”, “costi comuni” e “costi d’uso delcapitale”;
  • saranno monitorati gli effetti fiscali e contabili applicabili al soggetto incaricato di determinate attività. Considerando ad esempio gli effetti di modalità di prelievo che non permettano l’applicazione dell’IVA o quelli relativi a valutazioni sulla esigibilità dei crediti secondo principi di tutela della finanza pubblica locale.

I crediti inesigibili

Un’altra novità introdotta dalla nuova tassa rifiuti dovrebbe riguardare i crediti inesigibili, cioè quelli che difficilmente verranno riscossi. Infatti si tratte delle somme non versate e non recuperate dai comuni che gravano sugli importi richiesti ai cittadini.

Si valuta l’ipotesi di rivedere l’attuale possibilità di metterli a costo solo quando finiscono senza successo tutte le procedure esecutive in ragione di un principio di tutela della finanza pubblica locale.

In definitiva i Comuni potranno considerare queste somme solo nel caso in cui dimostrino di aver esaurito

“infruttuosamente tutte le azioni giudiziarie a sua disposizione per il recupero del credito o, alternativamente, nel caso in cui sia stata avviata una procedura concorsuale nei confronti del soggetto debitore, per la parte non coperta da fondi svalutazione o rischi ovvero da garanzia assicurativa”.

Il conguaglio

I citati criteri troveranno applicazione sia con riferimento al periodo 2020-2021, sia ai fini del monitoraggio e della valutazione dei costi efficienti per le annualità 2018 e 2019 (per la quantificazione dei conguagli da riportare, rispettivamente, nel 2020 e nel 2021), passaggio quest’ultimo di fondamentale importanza per avviare l’applicazione della nuova regolazione definita dall’Autorità secondo meccanismi di gradualità.

A tal riguardo l’Autorità sta approfondendo la definizione di meccanismi che consentano il recupero di eventuali scostamenti – originati dall’applicazione della riforma in discorso – in ragione di specifiche valutazioni delle prestazioni erogate e secondo condizioni di sostenibilità.

A questo link trovate il documento dell’ARERA, con tutte le indicazioni utili relative alla Nuova Tassa Rifiuti 2020.

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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Giovanni
Giovanni
2 Novembre 2019 11:22

E x la 2° casa xché la tari la fanno pagare x tutto l’anno quando al massimo la si usa x 1 o 2 mesi ,è abuso di potere dei comuni ,i certi comuni fanno pagare anche la TASI che sono i servizi che qualche volta inesistenti e se ci sono usati solo pochi mesi. Allora xché il governo non tiene in considerazione di una cosa ,se nessuno comprerebbe la seconda casa ,questi comuni fallirebero?e l’edilizia cosa ne sarebbe?