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Per le partite IVA il secondo acconto di imposte è a rate

lentepubblica.it • 21 Ottobre 2023

contributi-partite-iva-decreto-sostegni-bisUna buona notizia per quasi l’intero “esercito” delle partite IVA in Italia: l’acconto di imposte da versare nel mese di novembre diventa a rate, scopriamo più nel dettaglio cosa significa.


Oltre il 90% degli individui con partita IVA, pari a circa 3,5 milioni di contribuenti, avrà la possibilità di suddividere il pagamento del secondo acconto delle imposte.

Questa novità è stata introdotta dal D.L. fiscaleMisure urgenti in materia economica e fiscale“, collegato alla legge di bilancio 2024, approvato dal Consiglio dei Ministri il 16 ottobre.

Scopriamo dunque chi potrà beneficiare di questa agevolazione e quali saranno tutte le novità fiscali previste tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo.

Per le partite IVA il secondo acconto di imposte è a rate

L’opportunità di dilazionare il versamento del secondo acconto delle imposte sui redditi per i titolari di partita IVA è stata introdotta dal Consiglio dei Ministri esclusivamente per l’anno fiscale 2023. Questa agevolazione riguarda le persone fisiche con partita IVA che, nel corso del 2022, hanno dichiarato ricavi o compensi inferiori alla soglia di 170.000 euro.

Per loro, si apre la possibilità di rateizzare l’importo del secondo acconto delle imposte sui redditi in cinque rate mensili, anziché effettuare il pagamento integrale entro la scadenza del 30 novembre.

Le principali caratteristiche di questa disposizione possono essere così riassunte:

  • destinatari: individui con partita IVA con un limite di ricavi o compensi fissato a 170.000 euro.
  • importi rateizzabili: imposte dirette sì, contributi no.
  • periodo di validità: anno fiscale 2023.
  • tassi d’interesse per la rateazione: quelli previsti dalla legge.

Invece di versare l’intero importo in un’unica soluzione, sarà possibile suddividere il pagamento delle imposte in diverse rate da gennaio a giugno 2024.

È importante notare che questa decisione non è ancora definitiva, poiché rappresenta uno degli elementi chiave della riforma fiscale in corso di elaborazione da parte del Governo Meloni. La disposizione risulta inclusa nella bozza della Manovra 2024, ma bisognerà attendere ulteriori sviluppi dopo l’iter legislativo con le opposizioni.

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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