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IMU: conto provvisorio, da versare a Dicembre, sui terreni per uso agricolo

lentepubblica.it • 28 Novembre 2014

Un conto «provvisorio» da versare a dicembre, e da conguagliare il prossimo anno sulla base di parametri più “raffinati”. Così la strada allo studio del Governo per provare a uscire dall’impasse sull’Imu dei terreni agricoli che perdono l’esenzione perché si trovano in Comuni destinati a perdere la caratteristica di «montani».

La vicenda, intricata, è quella nata dal decreto sul bonus Irpef, che nella variegata architettura delle coperture all’aiuto da 80 euro per i lavoratori dipendenti a basso reddito ha inserito anche una revisione delle vecchie esenzioni per i montani, con l’obiettivo di raccogliere «una somma non inferiore a 350 milioni di euro» (articolo 22 del Dl 66/2014). Per raggiungere l’obiettivo, il decreto attuativo finito sui tavoli di Economia, Interno e Politiche agricole taglia drasticamente l’elenco dei Comuni che l’Istat considera «montani», e che quindi l’Imu esenta dal pagamento. In base al nuovo provvedimento, l’esenzione totale dall’Imu sarebbe limitata ai Comuni con altitudine superiore ai 600 metri sui livelli del mare, mentre quando l’altitudine è compresa fra i 281 e i 600 metri l’Imu escluderebbe solo i coltivatori diretti iscritti alla previdenza agricola e gli imprenditori agricoli professionali. I risultati (come anticipato sul Sole 24 Ore del 19 novembre) sarebbero pesanti: oggi i terreni evitano l’Imu in 3.524 Comuni interamente montani e in alcune aree di 652 Comuni parzialmente montani, mentre con l’entrata in vigore del nuovo provvedimento l’esenzione totale sarebbe ristretta a 1.578 Comuni (in base agli ultimi dati Istat), mentre in altri 2.568 enti (con altitudine compresa fra 281 e 600 metri) sarà riservata a coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Niente sconti, invece, nei Comuni con altitudine inferiore a 281 metri, come accade già oggi negli enti considerati dall’Istat «non montani».

I problemi applicativi sono evidenti, ma per il momento irresolubili. Prima di tutto, l’Imu rispuntata dal nulla sarebbe da pagare entro il 16 dicembre, versando in unica soluzione tutta l’imposta dovuta nell’anno perché ai tempi dell’acconto di giugno, in assenza del decreto attuativo, sono state seguite le vecchie regole. Ad aumentare l’effetto sorpresa, poi, c’è il fatto che a pagare sarebbero proprietari di terreni che non hanno mai versato né Ici né Imu, perché catalogati come «montani» dall’Istat. La discussione, anche all’interno del Governo, si è accesa anche sui parametri, che misurano l’altitudine del Comune in base alla collocazione del palazzo del municipio e di conseguenza ignorano le condizioni reali del territorio comunale. Basta fare un salto sulle colline di Monferrato e Langhe, alle Cinque Terre oppure in costiera amalfitana per rendersi conto del fatto che la collocazione del municipio c’entra poco con le aree dove sono i terreni.

Il tempo, però, stringe, perché i 350 milioni sono già stati usati per le coperture del 2014, e un parametro migliore non è stato trovato. Il decreto, quindi, che taglia le risorse ai Comuni interessati da questo nuovo gettito Imu (molto ipotetico, viste le ovvie difficoltà di riscossione) è destinato ad arrivare nei prossimi giorni in «Gazzetta Ufficiale» nella sua forma attuale: accompagnato però dalla promessa che il quadro potrebbe ancora cambiare, rimborsando alcuni e chiedendo pagamenti aggiuntivi ad altri.

 

 

FONTE: IFEL – Fondazione ANCI

 

 

 

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