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Biodiversità: è possibile la sua gestione anche nel settore del Cemento

lentepubblica.it • 28 Agosto 2014

Una Guida della IUNC per ridurre gli impatti significativi di uno dei settori che, pur presentando i maggiori rischi per gli ecosistemi, può diventare custode di biodiversità intorno ai siti di estrazione dei materiali per la produzione del cemento.

In collaborazione con le grandi Associazioni del cemento e degli inerti (CSI-WBCSDCembureau,FICEM e UEPG), l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUNC) ha pubblicato una nuova guida per incoraggiare le imprese del settore a gestire responsabilmente la biodiversità durante le fasi della loro attività.

Il cemento e gli aggregati inerti sono tra le risorse più utilizzate al mondo, seconde solo all’acqua. L’estrazione dei materiali per la produzione del cemento, come calcari, scisti e sabbie, può avere impatti ambientali significativi, presentando grandi rischi per la biodiversità e gli ecosistemi.
Il degrado, la frammentazione e la perdita degli habitat sono rischi significativi delle operazioni delle imprese. Tuttavia, se gestita in modo adeguato, la biodiversità può anche presentare una importante opportunità, consentendo alle aziende di dimostrare alle parti interessate che ne sono amministratori responsabili, migliorando così la capacità sociale di garantirsi i permessi e le licenze ad operare tra le comunità che sono coinvolte dalle loro attività.
La guida “Biodiversity management in the cement and aggregates sector: Integrated Biodiversity Management System” è incentrata sullo sviluppo di una politica con obiettivi chiari capace di indirizzare tutte le azioni aziendali verso la conservazione della biodiversità e di fornire una panoramica di passaggi chiave da adottare, tra cui l’identificazione dei rischi e delle opportunità, stabilendo i requisiti relativi ai dati per mantenere e migliorare la biodiversità in funzione del livello di rischio.
A causa della natura delle loro operazioni, le aziende del cemento e degli aggregati possono avere un impatto importante sulla biodiversità e sugli ecosistemi, e con questo la responsabilità di proteggerla nelle aree soggette alle loro attività – ha affermato Gerard Bos, Direttore del Programma Global Business and Biodiversity della IUNC – Solo attraverso la gestione integrata della biodiversità, queste aziende hanno la possibilità di diventare custodi della biodiversità, sia dentro che intorno ai loro siti di estrazione e/o produzione”.

La guida è stata sviluppata in quattro anni da un gruppo indipendente di esperti di biodiversità e ecosistemi in consultazione con gli operatori del settore e gli altri soggetti interessati. A seguito di numerose visite a cave in diversi Paesi, tra cui Spagna, Belgio e Cina, il panel ha creato unaprocedura per l’adozione di un approccio sistemico per la salvaguardia della biodiversità nelle proprietà e concessioni terriere delle imprese del settore.

Studiata principalmente per i dirigenti delle imprese responsabili della gestione ambientale e per l’attuazione di sistemi a livello aziendale per la gestione della biodiversità, la guida può risultare utile anche per i gestori dei siti e i dirigenti di piccole e medie imprese coinvolte nelle operazioni di estrazione.
Rendere compatibile le attività estrattive con la biodiversità è realizzabile solo attraverso la gestione corretta delle risorse durante le fasi di estrazione nel settore del cemento – ha sottolineato Koen Coppenholle, Amministratore delegato di Cembureau, l’Associazione europea dell’industria del cemento – Ad esempio, una serie di studi condotti in diversi Paesi europei hanno dimostrato che cave gestite correttamente possono fornire habitat per alcune specie protette. Inoltre, una corretta pianificazione e riabilitazione possono contribuire positivamente alla conservazione della biodiversità”.

FONTE: Regioni e Ambiente (www.regionieambiente.it)

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