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Ecco quanto si risparmierebbe riducendo gli sprechi alimentari

lentepubblica.it • 9 Marzo 2015

Un nuovo Rapporto sottolinea che un terzo di tutti gli alimenti prodotti a livello globale finisce tra i rifiuti, per una perdita economica di più di 400 miliardi l’anno, e che nel corso del prossimo decennio potrebbe salire a 600 miliardi di dollari, di pari passo con la crescita della classe media nei Paesi in via di sviluppo.

Ridurre gli sprechi alimentari dei consumatori del 20-50% entro il 2030 potrebbe far risparmiare 120-300 miliardi di dollari all’anno.

Questa previsione è contenuta nel Rapporto “Strategies to achieve economic and environmental gains by reducing food waste” diffuso da WRAP (The Waste & Resources Action Programme), una ONG finanziata dal Regno Unito e dall’Unione europea, che aiuta le imprese, le comunità e gli individui a realizzare un’economia circolare, riducendo gli sprechi, sviluppando prodotti sostenibili e utilizzando le risorse in modo efficiente, e da The Global Commission on the Economy and Climate, una iniziativa internazionale di cui fanno parte a titolo gratuito ex Presidenti, Capi di Governo e Ministri di 19 Paesi, e Amministratori delle più importanti società ed imprese del mondo economico-finanziario, presieduta dall’ex-Presidente del Messico Felipe Calderón e con Lord Nicolas Stern, l’ex Capo Economista della Banca europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo nonché autore del famoso Rapporto che porta il suo nome, alla vice-Presidenza, che nel 2013 aveva lanciato la sua iniziativa faro “The New Climate Economy” con lo scopo di analizzare i legami tra cambiamenti climatici e crescita economica.Secondo il Rapporto, un terzo di tutti gli alimenti prodotti a livello globale finisce tra i rifiuti, per una perdita economica di più di 400 miliardi l’anno, che nel corso del prossimo decennio potrebbe salire a 600 miliardi di dollari, di pari passo con la crescita della classe media nei Paesi in via di sviluppo.

“I rifiuti alimentari costituiscono un problema globale che va affrontato come una priorità – ha dichiarato Richard Swannell, Direttore dei sistemi alimentari sostenibili WRAP – Il rapporto sottolinea i vantaggi che imprese, consumatori e ambiente possono conseguire. La difficoltà spesso sta nel sapere da dove cominciare e come ottenere i maggiori risparmi economici e ambientali. Abbiamo pertanto redatto una guida internazionale, in collaborazione con l’UNEP e la FAO, su come conseguire ciò attraverso l’attuazione di strategie efficaci di prevenzione dei rifiuti alimentari che possano essere replicate in tutto il mondo. I consumatori hanno un ruolo da svolgere. Nel Regno Unito, su cui ci siamo prevalentemente basati per la ricerca, la maggior parte dei rifiuti alimentari avviene in casa. Attraverso la nostra campagna ‘Love Food Hate Waste’ abbiamo dato consigli e suggerimenti su come sprecare meno e risparmiare di più, che tra il 2007 e il 2012, ha aiutato i capifamiglia a ridurre lo spreco alimentare del 21%, risparmiando nel complesso 13 miliardi di sterline”.I benefici connessi alla riduzione degli sprechi alimentari non sarebbero solo economici, ma anche di contrasto ai cambiamenti climatici.

Il Rapporto stima che il 7% di tutte le emissioni globali di gas a effetto serra (GHG) o 3,3 miliardi di tonnellate di CO2 eq all’anno, sono dovuti ai rifiuti alimentari, e che entro il 2030 potrebbero essere ridotti di almeno il 0,2% e forse fino a 1 miliardo di tonnellate di CO2 eq all’anno attraverso la riduzione dei rifiuti alimentari, quantità superiore alle emissioni annuali della Germania. Alla riduzione dei rifiuti alimentari, si accompagna anche la possibilità di alimentare con la stessa superficie di terra coltivata una popolazione maggiore.“Ridurre i rifiuti alimentari è un bene per l’economia, ma anche per il clima – ha affermato Helen Mountford, Direttore del Programma Globale New Climate Economy – Meno rifiuti alimentari significa maggiore efficienza, maggiore produttività e risparmi diretti per i consumatori. Significa anche più cibo a disposizione per alimentare quei 805 milioni di individui che vanno a letto affamati ogni giorno. La riduzione dei rifiuti alimentari è anche un ottimo modo per ridurre le emissioni di gas serra che contribuiscono ai cambiamenti climatici. Questi risultati dovrebbero servire da campanello d’allarme per i politici di tutto il mondo”.Il Rapporto, inoltre, evidenzia come semplici pratiche, come ad esempio, l’abbassamento delle temperature medie dei frigoriferi o la progettazione di un migliore imballaggio, possono fare una notevole differenza per prevenire il deterioramento dei cibi, mentre al contempo una maggiore diffusione delle apparecchiature di refrigerazione potrebbe ridurre del 25% lo spreco alimentare nei Paesi in via di sviluppo.

 

 

 

FONTE: Regioni e Ambiente (www.regionieambiente.it)

 

 

 

 

 

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