Nell’ultimo Consiglio dei Ministri, è stato introdotto il Bonus 100 euro per i dipendenti: vediamo di cosa si tratta, come funziona e quali sono i requisiti.
Lo scorso 30 aprile, il Consiglio dei Ministri ha approvato il “decreto primo maggio”, contenente diverse misure per il lavoro.
Tra queste, c’è anche un nuovo contributo per i lavoratori che, però, arriverà in busta paga, solamente a partire da gennaio 2025.
Vediamo tutto quello che c’è da sapere.
A partire da gennaio 2025, arriverà il bonus 100 euro, riconosciuto dal Governo ai lavoratori dipendenti con redditi inferiori ai 28mila euro.
Come dichiarato dal Viceministro al Mef, Maurizio Leo, il Bonus è:
“il primo tassello cui seguirà, trovando le relative risorse, l’intervento per le tredicesime: non è che abbiamo una visione strabica, per imprese e lavoro autonomo, prestiamo altrettanta attenzione al lavoro dipendente, che ha numeri molto più rilevanti e bisogna trovare equilibrio per le coperture”.
Il Bonus 100 euro sarà soggetto a ritenute, perciò, l’importo varierà a seconda dell’aliquota e delle detrazioni d’imposta spettanti al dipendente.
L’aliquota da considerare è quella marginale del 23%, trattandosi di redditi complessivi inferiori a 28mila euro.
Per poter ottenere il bonus, occorrerà rispettare alcune condizioni per il 2024, sia reddituali che relative al nucleo familiare:
Sono previste anche delle misure a sostegno delle famiglie monogenitoriali, con particolare attenzione a quelle che hanno almeno un figlio a carico.
Nel caso di un genitore solo, l’altro genitore deve essere assente o non deve aver riconosciuto il figlio. Il richiedente non deve essere coniugato oppure, se coniugato, deve essersi successivamente separato.
Se, invece, si tratta di un genitore adottivo (o affidatario), il richiedente deve avere figli e non deve essere coniugato (o, se è coniugato, si è successivamente separato).
L’indennità, come anticipato, sarà inserita nella busta paga dei lavoratori, a partire da gennaio 2025 e interesserà circa 1,1 milioni di famiglie.
Per ottenerla, il dipendente dovrà richiederla al datore di lavoro, attestando per iscritto di averne diritto e indicando il codice fiscale del coniuge e del figlio (o figli).
I sostituti d’imposta potranno recuperare il credito maturato in compensazione, tramite le imposte e i contributi da versare.
Saranno sempre i sostituti d’imposta a verificare, in sede di conguaglio, il diritto all’indennità. E se ci saranno problemi, saranno i datori di lavoro a recuperare l’importo già erogato.