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Comuni sotto i mille abitanti, largo agli assessori

lentepubblica.it • 5 Maggio 2014

I comuni sotto i mille abitanti, non interessati dalla tornata elettorale del 25 maggio, potranno comunque nominare due assessori secondo quanto previsto dalla legge Delrio (legge 56/2014). «Le esigenze di armonizzazione complessiva del sistema e di salvaguardia del funzionamento dell’ente locale» portano infatti a un’applicazione generalizzata della nuova infornata di poltrone che dovrebbe creare nei piccoli comuni circa 23.000 incarichi in più (tra consiglieri e assessori). 
A condizione che siano a costo zero, perché la legge vincola le nuove nomine al principio dell’«invarianza di spesa». Per evitare di spendere anche solo un euro in più in costi della politica rispetto al passato, gli enti dovranno prendere come parametro di riferimento i tagli introdotti dal dl 138/2011 (la manovra di Ferragosto dell’ultimo governo Berlusconi che aveva messo a dieta consigli e giunte) anche se questi in realtà non sono mai stati applicati perché le amministrazioni interessate non sono ancora andate al voto. 
A precisarlo è l’attesa circolare del ministero dell’interno con i chiarimenti applicativi della legge Delrio. La nota, sollecitata anche dall’Anci per far luce su alcuni punti controversi della legge 56, risponde ai dubbi sollevati da ItaliaOggi  soprattutto in merito a come calcolare il requisito dell’invarianza di spesa che costituisce la «condicio sine qua non» dell’aumento delle poltrone. Non era infatti chiaro se il richiamo alla «legislazione vigente» fosse da intendersi riferito al citato dl 138, ovvero alla normativa in vigore nel momento in cui gli organi oggetto di rinnovo sono stati formati. In molti casi, infatti, i consigli e le giunte uscenti si sono insediati prima del dl 138 e quindi hanno giunte e consigli più affollati rispetto al dl 138. Tanto per fare un esempio, un comune sotto i 3.000 abitanti che andrà a elezioni il prossimo mese di maggio, ha di norma un numero di consiglieri pari a 12, contro i 6 previsti dal dl 138 e i 10 della legge Delrio. Quale dunque il parametro di riferimento? Nella circolare, datata 24 aprile, il dipartimento affari interni e territoriali del Viminale risponde che «al fine di individuare un criterio di calcolo uniforme per tutti i comuni, si ritiene che l’interpretazione della legge 56 debba tenere conto delle esigenze di rafforzamento delle misure di contenimento e controllo della spesa che costituiscono uno dei principali obiettivi cui è finalizzata la legge, funzionale alla correzione e al risanamento dei conti di finanza pubblica». Per questo anche i comuni che, non essendo ancora andati al voto non hanno potuto ridurre consiglieri e assessori, dovranno «parametrare la rideterminazione degli oneri per assicurare l’invarianza di spesa» ai tagli del dl 138.

La circolare chiarisce, inoltre, che nel calcolo non dovranno essere considerati gli oneri per i permessi retribuiti, nonché gli oneri previdenziali, assistenziali e assicurativi. Si tratta infatti di voci di spesa estremamente variabili in quanto collegate all’attività lavorativa dell’amministratore. Restano invece incluse nel computo degli oneri le indennità e i gettoni, le spese di viaggio e quelle sostenute per la partecipazione alle associazioni rappresentative degli enti locali.

Rappresentanza di genere. La nota ministeriale interviene anche sul tetto del 40% che le giunte dovranno garantire per rispettare la parità di genere. Tale percentuale andrà calcolata includendo nel calcolo degli assessori anche il sindaco, visto che per consolidata giurisprudenza, «quando l’ordinamento non ha inteso annoverare il sindaco nel quorum richiesto lo ha espressamente indicato».

Giunte. Infine, come detto, il chiarimento sulla composizione delle giunte. La legge Delrio ridisegna le soglie demografiche per il conferimento degli incarichi. Tutti i comuni fino a 3.000 abitanti potranno nominare due assessori, mentre la previgente disciplina non ne prevedeva nessuno negli enti fino a 1.000 abitanti. Le nuove regole si applicheranno, com’è ovvio, ai comuni che andranno al voto a maggio, ma, limitatamente alla composizione delle giunte, anche a quelli non interessati dal rinnovo elettorale che potranno quindi nominare subito due assessori. A seguito della nomina della giunta, il ruolo di vicesindaco, che nei comuni fino a 1.000 abitanti doveva essere attribuito a uno dei consiglieri, sarà conferito a uno dei nuovi assessori.

FONTE: Italia Oggi

AUTORI: Francesco Cerisano, Matteo Barbero

Enti-Locali

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