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Aumentano le adesioni ai fondi pensione nel 2019: conviene davvero investirci?

lentepubblica.it • 26 Giugno 2019

fondo-pensione-2019Nel 2019 in Italia si è generato un vero e proprio allarme relativo ai costi sul fronte dei fondi pensione. Un allarme lanciato dalla Covip, ovvero alla commissione preposta alla vigilanza del settore.


Fondo pensione 2019. C’è però un interrogativo che continua ad attanagliare migliaia di italiani, ovvero: conviene ancora investire nel settore fondo previdenza?

E ancora: esiste davvero un rischio di erosione dei capitali accumulati nel corso degli anni, ovvero delle pensioni?

Per provare a rispondere a queste e ad altre domande relative alla contribuzione fondo pensione è innanzitutto necessario provare a fare chiarezza tra i diversi tipi di fondo previsti dal nostro sistema di previdenza integrativa: occorre quindi tornare su analogie e differenze che riguardano:

  • Fondi pensione chiusi;
  • Fondi pensione aperti;
  • Piani individuali pensionistici (anche noti come Pip).

Cosa sono i fondi pensione aperti?

Come facilmente intuibile dalla definizione, i fondi pensione aperti sono aperti al cittadino a prescindere dalla sua posizione lavorativa: possono dunque aderirvi tanto i lavoratori dipendenti, quanto gli autonomi e i liberi professionisti.

Quando un privato aderisce ad un fondo pensione aperto il suo capitale viene separato dall’attività dell’ente che lo gestisce.
Ente che, utile sottolinearlo può essere:

  • Tanto una banca;
  • Un’impresa assicurativa;
  • Una Società di Intermediazione Mobiliare (anche nota come SIM);
  • Una Società di Gestione del Risparmio (anche nota come SGR).

E quelli chiusi?

Al contrario, i fondi pensione chiusi prevedono modalità di adesione esclusivamente su base collettiva. Più precisamente, sono disponibili per:

  • Lavoratori dipendenti pubblici e privati, assunti tanto a tempo determinato quanto a tempo indeterminato;
  • Lavoratori autonomi;
  • Liberi professionisti;
  • Anche i cosiddetti lavoratori “atipici”, ovvero coloro che vengono assunti con tipologie contrattuali quali il tempo parziale o il lavoro a intermittenza;
  • Soci di cooperative e per lavoratori “casalinghi”, ovvero che svolgano lavori di cura non retribuiti e derivanti dalla responsabilità familiare.

Cosa sono i Pip?

Veniamo infine ai piani individuali pensionistici, anche noti con l’acronimo Pip. In questo caso stiamo parlando di una vera e propria forma di pensione integrativa, anche se in realtà si tratta di contratti di assicurazione sulla vita di ramo I (ovvero polizze tradizionali) o ramo III (ovvero polizze unit-linked).

Sono ovviamente piani istituiti esclusivamente dalle imprese assicurative ed è possibile aderirvi a prescindere dall’attività lavorativa svolta. Infine, anche nel caso dei Pip (proprio come visto in precedenza nei fondi pensione aperti), il capitale versato da colui o da colei che aderisce costituisce un patrimonio che verrà separato dall’attività dell’impresa assicurativa che lo gestisce.

Stiamo parlando di una forma di tutela molto importante nei confronti dell’aderente, che garantisce al capitale versato di rimanere totalmente estraneo ad eventuali vicende debitorie o addirittura di fallimento che potrebbero coinvolgere il gestore.

Sgravi fiscali e cambi di status lavorativo

Vanno infine tenuti in considerazione coloro che cambiano status lavorativo: ebbene, un aspetto particolarmente conveniente che riguarda tutti coloro che aderiscono ad un fondo pensione aperto o ad un pip e che magari cambiano status lavorativo è quello relativo alla possibilità di beneficiare di sgravi fiscali mantenendo tutte le tutele sottoscritte.

Al contrario, gli aderenti a fondi pensione chiusi, invece, hanno davanti a sé tre diverse opzioni: lasciare quanto versato nel fondo pensione chiuso, senza però poter continuare a contribuire e continuando a sostenere i costi gestionali; riscattare la posizione maturata fino al momento di cambio di status, applicando una ritenuta fiscale del 23%; infine, trasferire la posizione accumulata verso un altro fondo pensione a sua scelta, senza alcun tipo di onere fiscale.

In questo modo continuerà a costituire una pensione integrativa, mantenendo tutti i benefici fiscali sia sulle nuove contribuzioni che sul capitale accumulato.

Fonte: Fonte: Redazione lentepubblica.it
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