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Valditara invia ispettori contro gruppi studenteschi “pro-Hamas”: l’iniziativa fa discutere

lentepubblica.it • 10 Ottobre 2023

valditara-ispettori-gruppi-studenteschi-hamasDura e inusuale presa di posizione del Ministro Giuseppe Valditara contro i gruppi studenteschi “pro-Hamas”: saranno inviati ispettori nelle scuole per verificare la presunta gravità dei fatti.


Si tratta di un’iniziativa che sta facendo molto discutere quella del Ministro dell’Istruzione: l’obiettivo è quello di disincentivare le manifestazioni di “odio razziale” all’interno degli istituti scolastici di ogni tipo e di ogni grado.

Scopriamo più nel dettaglio cosa è successo e quali sono i prossimi passi che il dicastero ha annunciato ed ha intenzione di prendere a riguardo.

Valditara invia ispettori nelle scuole “pro-Hamas”

Arriveranno dunque ispezioni in alcune scuole per verificare se effettivamente sono stati tenuti atteggiamenti antisemiti e di esaltazione dell’azione di Hamas. Se appurati, saranno denunciati alla Procura della Repubblica.

Il Ministro Valditara lo ha annunciato durante la visita di solidarietà alla Scuola della Comunità Ebraica di via Sally Mayer a Milano.

Le parole del Ministro sono piuttosto dirette e inequivocabili:

In queste ore drammatiche voglio esprimere vicinanza al popolo ebraico, vittima di un attacco brutale che richiama i metodi nazisti. […]  Non basta coltivare la memoria: occorre esaltare la centralità e la bellezza dell’essere umano, la cui esistenza è sacra e inviolabile. Saranno quindi effettuate ispezioni in quegli istituti scolastici dove sarebbero emersi atteggiamenti di odio antisemita e di esaltazione della infame azione di Hamas.”

L’obiettivo è dunque quello di verificare se qualcuno ha realmente manifestato atteggiamenti di odio, di antisemitismo o di incitamento alla guerra contro Israele.

I casi che hanno scatenato le polemiche

A scatenare le polemiche sono stati in particolare le storie Instagram di alcune scuole milanesi, che avevano (in modo molto diverso) scritto sull’attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre.

Secondo quanto riportato dal quotidiano Open, infatti, nel primo caso un piccolo gruppo di studenti della Kurva Manzoni Antifa, gruppo che supporta la squadra di calcetto del liceo Manzoni di Milano, aveva effettivamente postato in una Storia un brutto messaggio, vale a dire «Quant’è bello quando brucia Tel Aviv».

Un sostegno alla causa palestinese che invece è arrivato, con modalità molto diverse, dal collettivo A112 dell’Educandato Statale Setti Carraro dove gli studenti hanno semplicemente condiviso nelle loro storie un post della pagina giovanipalestinesi.it dove si invoca la resistenza.

Anche per questo motivo occorre fare alcune precisazioni in merito.

Le differenze tra Hamas e la causa palestinese

Quello che in questi casi dovrebbe emergere nel dibattito è differenziare in maniera netta la causa di Hamas e quella del popolo palestinese, che non collimano certamente del tutto.

Hamas è infatti un’organizzazione politica e paramilitare palestinese islamista, sunnita e fondamentalista che ha un orientamento molto vicino all’estrema destra.

Nato come braccio operativo dei Fratelli Musulmani (una delle più importanti organizzazioni islamiste internazionali con un approccio di tipo politico all’Islam) per combattere con atti di terrorismo lo Stato di Israele, Hamas ha commesso e rivendicato svariati attentati suicidi contro i civili israeliani. Si tratta, in parole povere di un apparato che ha nella guerra religiosa e razziale i propri principi cardine.

Se invece guardiamo alla causa del popolo palestinese le differenze con questi concetti sono immani. Lo Stato di Palestina è uno Stato a riconoscimento limitato del Vicino Oriente “non ufficialmente” occupato in gran parte da Israele e dalla sua popolazione, con metodi più o meno opinabili.

Si tratta di una popolazione che da sempre ha vissuto/subito una situazione di conflitto permanente con quella israeliana in una guerra civile che si è particolarmente brutalizzata a partire dalla fine degli anni ’60, fino a quando a partire dal 1993, con gli accordi di Oslo, si è arrivato a un primo piano di pacificazione tra i popoli, mai purtroppo pienamente messo in pratica.

Quindi a differenza di Hamas il popolo palestinese non ha in sé l’intenzione di portare avanti una guerra totale e permanente con il popolo israeliano, ma una gran parte della popoliazione vorrebbe probabilmente vivere in pace nella propria Terra, come vorrebbe praticamente chiunque.

L’atteggiamento delle scuole non è generalizzato

Occorre anche sottolineare che a differenza dei due episodi praticamente “isolati” delle scuole di Milano dal mondo studentesco è arrivata globalmente una risposta negativa alla violenza.

Nello specifico la maggior parte degli istituti, come sempre accade, ha espresso solidarietà indiscriminata a tutte le vittime, che siano palestinesi o israeliane, e praticamente la maggioranza assoluta auspica una soluzione pacifica a questo interminabile conflitto che si protrae ormai da mezzo secolo.

Il tutto, come abbiamo spiegato meglio sopra, senza identificare in maniera banale e approssimativa il popolo palestinese, che vive in condizioni di disagio al limite della sopravvivenza, con un gruppo terroristico come quello di Hamas che viene anche profumtamente sovvenzionato da “mecenati” e altri gruppi coevi.

Due pesi e due misure?

Infine chiudiamo con un’ultima osservazione all’indirizzo dell’iniziativa ministeriale.

Si avverte, stranamente, una risposta più incisiva da parte del Governo in un caso come questo che in altri casi dichiarati di “odio razziale” di egual matrice e di egual misura.

All’inizio di quest’anno, solo per citare un caso, due giovani studenti quattordicenni sono risultati  autori di scritte e dei disegni dei simboli nazifascisti, rinvenuti sulle scalinate ed i muri degli edifici scolastici “Majno” e “Gerolamo da Cardano” di Gallarate.

In quel caso i giovani studenti hanno immediatamente ammesso l’addebito senza tuttavia fornire una plausibile motivazione a tale gesto, mostrandosi pentiti e collaborando inoltre, unitamente alle rispettive famiglie, alla cancellazione e alla pulizia dei muri delle due scuole. Ma senza che il Ministero abbia inviato alcuna ispezione.

Oppure un caso che abbiamo citato noi nel lontano 2018 quando dieci studenti del Liceo Socrate di Roma si sono fatti immortalare col braccio teso mentre facevano il saluto romano durante una foto di classe. 

Quindi siamo di fronte a due pesi e due misure? Oppure anche in questi casi, come detterebbe il buon senso, bisognerebbe intervenire con vigore per sedare sul nascere, in un luogo come la scuola, l’odio razziale?

I risultati del nostro sondaggio su Telegram

Per l’occasione abbiamo anche lanciato un sondaggio sul nostro canale Telegram su questo argomento che sta dividendo l’opinione pubblica.

Il quesito che abbiamo posto ai lettori è il seguente:

Valditara vuole inviare ispettori nelle scuole per sanzionare gli studenti “pro Hamas”: siete d’accordo?

I risultati al momento rappresentano in maniera evidente i differenti punti di vista sulla questione:

  • 42%Sì, occorre arginare con forza la propaganda dell’odio
  • 32%No, gli studenti devono essere liberi di esprimere la propria opinione
  • 16%No, a parti invertite Valditara non avrebbe mandato gli ispettori
  • 11%Non mi esprimo

Per partecipare a questo e ad altri sondaggi e per rimanere aggiornati con le nostre news e sulle nostre iniziative cliccate qui ed iscrivetevi subito al nostro canale Telegram.

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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