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Una famiglia su due è sotto il limite di duemila euro al mese

lentepubblica.it • 23 Novembre 2015

povertaUna famiglia su due in Italia percepisce un reddito netto non superiore a 2.026 euro nel 2013. L’Istat rileva infatti un reddito mediano di 24.310 euro l’anno. Il reddito mediano più alto è al Nord (27.089 euro), mentre al Sud il livello è pari al 75% di quello settentrionale e al Centro é pari al 95%. Risultano più ricche le famiglie con redditi principali da lavoro dipendente (29.527 euro) rispetto a quelle con reddito da lavoro autonomo (28.460 euro) o con pensioni o altri trasferimenti pubblici (19.441 euro).

 

L’Istat rivela oggi una situazione drammatica relativa alla povertà in Italia. Nel 2014 una persona su quattro è a rischio povertà o esclusione sociale, pari al 28,3% della popolazione. Un dato stabile rispetto all’anno precedente. Diminuisce lievemente la percentuale di persone gravemente deprivate, dal 12,3% all’11,6%. Da questi dati emerge un quadro ancora sconfortante sulle condizioni economiche in cui si trovano le famiglie nel nostro Paese.

 

Se a ciò aggiungiamo le enormi rinunce e sacrifici che le famiglie stanno facendo (dal 2008 consumi alimentari -11%, quelli relativi a salute e cure -28,8%) si percepisce chiaramente come la situazione sia ancora estremamente allarmante. “È evidente che, fino a quando non ci sarà una vera ripresa dell’occupazione, queste condizioni rimarranno critiche.” – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, Presidenti di Federconsumatori e Adusbef. Per questo è urgente attuare al più presto quel Piano Straordinario per il Lavoro che invochiamo da tempo, teso a creare nuova occupazione e nuovi redditi.

 

Un piano che si deve realizzare attraverso: – un rilancio degli investimenti per lo sviluppo e la ricerca; – una ripresa delle opere di modernizzazione e messa in sicurezza delle infrastrutture e dell’edilizia scolastica; – un programma per lo sviluppo e la valorizzazione dell’offerta turistica nel nostro Paese. Operazioni quanto mai necessarie ed urgenti che, però, trovano ancora uno spazio del tutto marginale all’interno della legge di stabilità.

Fonte: Federconsumatori
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