Fino al 29 luglio, i Comuni avranno la possibilità di aderire alla tregua fiscale, scegliendo tra le diverse opzioni: vediamo nello specifico.
Tregua fiscale Comuni luglio: entro il 29 luglio, i Comuni dovranno decidere se aderire alla tregua fiscale, varata nell’ultima Legge di Bilancio.
Potranno optare per la rottamazione delle cartelle, per lo stralcio delle cartelle o per entrambe le modalità.
A far leva è l’Ifel, l’Istituto per la finanza e l’economia locale dell’Anci, che ha illustrato tutte le ricadute operative delle nuove regole fiscali sulle entrate locali, offrendo un modello completo per le delibere.
Come ricordato dall’Ifel, inoltre, nella tregua rientrano anche “gli atti emessi dalle società in house”, come i bollettini Tari, emessi direttamente dai gestori della raccolta e dello smaltimento rifiuti.
Vediamo nel dettaglio.
Con la Legge di Bilancio 2023, sono stati introdotti lo stralcio delle cartelle fino a 1000 euro, comprese tra il 2000 e il 2015 e la rottamazione per i carichi affidati all’agente della riscossione fino al 30 giugno 2022.
In più, col decreto bollette (Dl 34/2023), sono stati adeguati i meccanismi alle particolarità delle entrate locali.
Lo stralcio delle cartelle è stato esteso anche alle ingiunzioni utilizzate dai Comuni, che affidano le entrate ai concessionari privati. Viene contemplata, inoltre, anche la possibilità di optare per lo stralcio parziale, limitato a sanzioni e interessi (o solo agli interessi, nel caso delle multe).
Come evidenziato dall’Ifel, le amministrazioni locali possono esercitare l’autonomia tributaria come vogliono.
Secondo l’art.17 bis del decreto legge 34 del 2023, i sindaci potranno decidere se
Inoltre, potranno scegliere
È importante, però, ricordare che i Comuni, se decideranno di attivare una delle modalità per la pace fiscale, potranno farlo solo per il periodo delineato dalle norme, che va dal 2000 al 2015 per lo stralcio e dal 2000 al 30 giugno 2022 per la rottamazione quater e per tutte le entrate.
Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it