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Aprire le scuole ad ottobre potrebbe salvare il prossimo anno scolastico?

lentepubblica.it • 25 Agosto 2014

Il Codacons si schiera con chi vorrebbe avviare le attività didattiche con due-tre settimane di ritardo: sul fronte delle presenze presso lidi, stabilimenti e strutture varie e del fatturato si è registrata una perdita media del 30%. Però a detta del Miur, le famiglie, quelle che le associazioni dei consumatori dovrebbero tutelare, non sarebbero d’accordo nel posticipare il via del nuovo anno.

Lo dicono i numeri: l’estate 2014 sarà ricordata come la peggiore estate degli ultimi 20 anni visto che solo 1 italiano su 2 è andato in vacanza. Secondo il Codacons si tratta di dati “assolutamente desolanti” quelli emessi di recente sull’andamento del turismo italiano riferiti al periodo giugno, luglio e primi 15 giorni di agosto.

“L’estate 2014 sarà ricordata come la peggiore dell’ultimo ventennio sul fronte delle presenze presso lidi, stabilimenti e strutture varie e del fatturato registrato dal settore turistico”, afferma il Codacons.

Le presenze di cittadini presso lidi e stabilimenti balneari sono calate mediamente del 30% rispetto allo scorso anno, e il danno complessivo per il settore turistico è stimabile in almeno 1,5 miliardi di euro tra il mese di giugno e i primi 15 giorni di agosto, con ripercussioni pesanti per l’occupazione del comparto, che ha visto bruciare circa 50mila posti di lavoro stagionali.

Il presidente del Codacons, Carlo Rienzi, è quindi tra coloro che preferirebbero avviare le scuole con due – tre settimane di ritardo. “Si tratta di dati drammatici che vanno affrontati in modo serio e con misure adeguate. Riteniamo che, in tale contesto, sia auspicabile ritardare l’apertura delle scuole all’1 ottobre, lasciando alle famiglie la facoltà di scegliere se usufruire a settembre delle vacanze non godute ad agosto, con benefici per il settore turistico e per l’intera economia nazionale”. Ma gli stessi benefici non toccherebbero, secondo il Miur, i genitori degli alunni. I quali genitori, soprattutto se entrambi lavoratori. avrebbero non poche difficoltà a tenere i figli a casa o impegnati in attività alternative alla scuola fino ai primi giorni di ottobre.

Viene quindi da chiedersi: ma le associazioni dei consumatori non dovrebbero tutelare in primis le famiglie? E quelle turisriche e degli albergatori (cue invece non si fanno sentire più di tanto) difendere, invece, l’operato delle categorie? Qualcosa non torna…

FONTE: Tecnica della Scuola (www.tecnicadellascuola.it)

AUTORE: Alessandro Giuliani

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