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Scuole italiane poco accessibili per gli alunni disabili

lentepubblica.it • 9 Agosto 2023

scuole-italiane-poco-accessibili-alunni-disabiliAd emettere un giudizio lapidario sono gli ultimi dati forniti dall’Istat: le scuole italiane sono poco accessibili per gli alunni disabili, sia a livello di infrastrutture sia a livello tecnologico.


Ci troviamo ormai a meno di un mese dalla riapertura delle scuole e, per alcuni istituti, la situazione non si prospetta di certo rosea.

L’Italia, infatti, sembrerebbe ancora decisamente in ritardo nel fornire strumentazioni adeguate e ridurre le barriere architettoniche per i soggetti disabili.

A lanciare l’allarme è l’Istat, che mette a disposizione dei dati poco rassicuranti per le famiglie, per i docenti e per i “discenti”: scopriamo qual è la situazione attuale del nostro “parco” scuole.

Scuole italiane poco accessibili per gli alunni disabili

Secondo gli ultimi dati completi disponibili forniti dall’Istat sono 316mila gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane.

Purtroppo però non sempre questi studenti sono supportati come dovrebbero: l’Istituto di statistica fotografa così le difficoltà di quelli con difficolta motorie, sensoriali e cognitive.

L’aspetto strutturale

Nell’anno scolastico 2021-2022 nelle scuole sono ancora presenti molte barriere fisiche: soltanto una scuola su tre risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria.

La situazione è migliore nel Nord del Paese dove i valori sono superiori alla media nazionale (39,5% di scuole a norma) mentre peggiora, raggiungendo i livelli più bassi, nel Mezzogiorno (31,8%).

L’accessibilità degli spazi deve comprendere anche gli ausili senso-percettivivi destinati all’orientamento degli alunni con disabilità sensoriali all’interno del plesso scolastico: solo il 16% delle scuole dispone di segnalazioni visive per studenti con sordità o ipoacusia, mentre le mappe a rilievo e i percorsi tattili, necessari a rendere gli spazi accessibili agli alunni con cecità o ipovisione, sono presenti solo nell’1,5% delle scuole.

La situazione riguarda tutto il territorio nazionale, con poche differenze tra il Nord e il Sud

L’aspetto tecnologico

Inoltre gli strumenti tecnologici a supporto della didattica sono numerosi e in continua evoluzione ed è fondamentale il progressivo aggiornamento degli insegnanti per favorirne un uso corretto.

La formazione dei docenti per il sostegno in tecnologie educative specifiche per gli alunni con disabilità risulta però ancora poco diffusa.

In una scuola su 10 nessun insegnante per il sostegno ha mai frequentato un corso specifico di aggiornamento per l’utilizzo di tali tecnologie; nel 62% delle scuole soltanto alcuni docenti hanno frequentato corsi mentre nei restanti casi (28%) tutti gli insegnanti hanno frequentato almeno un corso.

Le scuole in cui tutti i docenti per il sostegno utilizzano questi strumenti sono soltanto il 54%, un valore ancora lontano dalla copertura totale.

L’iniziativa dell’Università Federico II di Napoli: un robot per aiutare nell’apprendimento gli alunni

In questo contesto, per migliorare l’accessibilità per gli alunni e anche sviluppare in modo più ottimale l’apprendimento degli studenti l’Università Federico II di Napoli ha sperimentato un robot che si è dimostrato in grado di fornire lezioni interattive e dinamiche hanno avvicinato sempre più gli studenti a materie spesso complesse e di difficile apprendimento.

Durante l’anno scolastico 2022-2023 si è infatti chiusa in modo positivo la sperimentazione in cinque scuole di Classmate Robot, che si integrato perfettamente in classi anche molto diverse tra loro.

Sotto la guida del Dipartimento di Scienze Sociali dell’Università Federico II questo social robot autonomo capace di interagire e comunicare con gli umani ha migliorato la vita delle classi, agendo sui processi didattici e di apprendimento, sul miglioramento della socializzazione dei vari attori presenti in aula e, più in generale, su ogni possibile aspetto che possa essere migliorato grazie all’utilizzo della tecnologia individuata.

Potrebbe essere l’inizio di un nuovo approccio didattico volto a superare il gap tra gli alunni e, di conseguenza, migliorare anche l’accessiblità degli studenti con disabilità.

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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