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Ecco cosa sapere sul licenziamento per riduzione del personale

lentepubblica.it • 24 Aprile 2024

Licenziamento per riduzione del personaleÈ legale il licenziamento di un dipendente per una riduzione del personale? Vediamo insieme cosa dice la legge in merito.


Un dipendente può essere licenziato per una serie di ragioni.

Ad esempio, per motivi disciplinari, quando il dipendente ha una condotta grave, che spezza il legame di fiducia col datore di lavoro, come un’assenza ingiustificata o il furto.

Un altro motivo plausibile può essere quello economico, chiamato anche “per giustificato motivo oggettivo”, ovvero quando il datore di lavoro vuole modificare l’organizzazione interna dell’azienda.

Ma questa seconda casistica vale anche nel caso in cui l’azienda non sia in crisi?
Ecco cosa dice la Cassazione in merito.

Licenziamento per riduzione del personale: ecco come funziona

Il licenziamento per motivi economici mira a ridurre il personale e può essere fatto

  • A livello individuale, che comprende uno o pochi dipendenti;
  • A livello collettivo, ovvero quando vengono licenziati più di cinque lavoratori in unità produttive situate nel territorio della stessa provincia o almeno dieci lavoratori in unità produttive situate in diverse province, in un periodo di 120 giorni.

Licenziamento per riduzione del personaleLicenziamento individuale

Nel primo caso, il licenziamento può essere effettuato per ragioni produttive o organizzative e il datore di lavoro deve dare solo un preavviso al dipendente.

Il datore di lavoro, però, deve verificare se il dipendente può essere adibito ad altre mansioni compatibili con le sue capacità (anche di livello inferiore). Se il datore di lavoro non effettua questa verifica, allora il licenziamento è illegittimo.

Inoltre, nel caso in cui ci siano più dipendenti che svolgono la stessa mansione, il datore di lavoro non potrà scegliere, in maniera arbitraria, chi licenziare, perché potrebbe esserci discriminazione.
Andranno presi in considerazione alcuni fattori, come i carichi di famiglia, le esigenze organizzative e produttive e l’anzianità di servizio.

Licenziamento collettivo

Per quanto riguarda il licenziamento collettivo, occorre seguire un iter designato dalla legge:

  • Consultazione coi sindacati: il datore di lavoro deve comunicare ai sindacati l’intenzione di procedere al licenziamento collettivo, giustificato da motivi leciti e insieme si ricercheranno soluzioni alternative;
  • Categorie prioritarie: durante la consultazione coi sindacati, saranno definite delle categorie che avranno priorità alla conservazione del posto, tenendo conto degli stessi fattori del licenziamento individuale (esigenze organizzative o produttive, anzianità di servizio e carichi di famiglia);
  • Comunicazione ai dipendenti: il datore di lavoro dovrà comunicare ai dipendenti il licenziamento, indicando i motivi e la data di cessazione del rapporto di lavoro, concedendo un preavviso.

Al termine del rapporto di lavoro, ai dipendenti spetterà sia il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) che la cassa integrazione.

Licenziamento per riduzione del personale: è possibile anche nel caso in cui non ci sia una crisi aziendale?

Per applicare il licenziamento per riduzione del personale, non è necessario che ci sia una situazione di crisi aziendale.

Infatti, il licenziamento è legittimo se è finalizzato alla redditività dell’impresa, come chiarito dalla sentenza n°17173/22 della sezione lavoro della Cassazione, che ha respinto il ricorso di un dipendente impiegato nel settore del confezionamento.

Il dipendente aveva contestato il licenziamento, affermando che l’azienda lo aveva fatto solo per aumentare i profitti e non per reali necessità operative.

Operazione che la Cassazione ha ritenuto legittima, ma che deve essere giustificata da un effettivo e dimostrabile riassetto organizzativo, non solo per ridurre i costi, ma anche per salvaguardare la continuità operativa dell’impresa.

In questo caso, l’azienda deve dimostrare che le mansioni del dipendente licenziato sono cessate o accorpate a quelle di un altro dipendente.
Basterà che il datore di lavoro dimostri che il licenziamento è stato fatto per ottenere una maggiore efficienza, concorrenzialità e un aumento della redditività.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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