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È possibile il licenziamento per violazione della policy aziendale?

lentepubblica.it • 23 Marzo 2024

Licenziamento per violazione policy aziendaleÈ possibile il licenziamento di un dipendente, in caso di violazione della policy aziendale? Vediamo quali sono le varie casistiche.


Ogni azienda ha un codice disciplinare e una policy interna, che i dipendenti devono rispettare per non rischiare di perdere il lavoro.

Una dei motivi principali di licenziamento è quello per giusta causa, ma la giurisprudenza non indica precisamente quali sono i comportamenti che rientrano in questa categoria.

Ci si limita a parlare di “grave inadempimento”, che rompe il rapporto di fiducia tra datore di lavoro e dipendente.
Al contrario, nei contratti collettivi sono specificati alcuni dei comportamenti illegittimi, che potrebbero portare al licenziamento.

Per chiarire maggiormente, il licenziamento per giusta causa avviene senza preavviso, nei casi in cui la condotta del dipendente è talmente grave da non poter consentire la prosecuzione del rapporto lavorativo.

Perciò, la violazione del codice di condotta interno dell’azienda può essere considerata una “giusta causa” che porta al licenziamento?
Ecco cosa dice la Cassazione in merito.

Licenziamento per violazione policy aziendaleLicenziamento per violazione policy aziendale: il parere della Cassazione

Sul tema si è da poco pronunciata la Cassazione, con l’ordinanza del 14 marzo 2024, n°6827, sez. lav.

La Suprema Corte ha confermato la decisione della Corte d’Appello di Venezia, che aveva ritenuto legittimo il licenziamento di due dipendenti, a seguito di un procedimento disciplinare.

In particolare, i dipendenti erano un impiegato commerciale e un magazziniere che hanno caricato su un automezzo, destinato ad uno specifico cliente, merce di significativo valore commerciale non corrispondente ai documenti di trasporto e di maggiore valore rispetto a quello indicato.

Un’azione considerata in contrasto con le procedure interne e di rilevanza esterna.

La Corte di merito ha confermato l’esistenza dei fatti contestati, la volontarietà della condotta tenuta e l’insussistenza di prassi diverse dall’annullamento e sostituzione dell’ordine, in caso di sua modifica. Riconoscendo, inoltre, che il fatto aveva esposto l’azienda al pericolo di un danno economico grave e al rischio di far circolare merci con documenti di trasporto irregolari, con possibili conseguenti sanzioni amministrative.

Per questo, i giudici hanno confermato la legittimità del licenziamento, respingendo i ricorsi dei due (ex) dipendenti.

Cosa dice la legge in merito

La policy aziendale interna, seppur non fissata dalla legge o prevista dai contratti collettivi, deve essere comunque rispettata. Altrimenti, si parla di atto di insubordinazione che, in casi gravi, prevede il licenziamento.

In questo caso, i due dipendenti hanno commesso un’insubordinazione, perché non hanno rispettato le direttive del datore di lavoro, che possono essere dettate verbalmente, messe per iscritto o indicate con regolamenti interni aziendali.

La violazione delle direttive del datore di lavoro si pone come grave illecito disciplinare e può terminare col licenziamento per giusta causa, come confermato dalla Corte di Cassazione, nella recente sentenza.

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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