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Anche i minori sono vittime della violenza di genere

lentepubblica.it • 25 Novembre 2023

minori-violenza-di-genereOggi è il 25 novembre e si celebra la giornata internazionale per l’eliminazione delle violenze sulle donne: ma la violenza di genere, come indicato da un recente studio della Fondazione Openpolis, colpisce anche i minori.


Gli orfani di femminicidio sono solo l’esempio estremo di come anche i figli siano vittime delle violenze di genere. Bambini e ragazzi subiscono sulla propria pelle le conseguenze di un contesto familiare non sicuro.

Gran parte degli omicidi di donne avvengono in ambito affettivo. L’anno scorso gli omicidi con vittime di sesso femminile sono stati 127, di cui 104 – quasi l’82% – avvenuti in ambito familiare e affettivo. In circa il 60% di questi casi è accusato il partner o l’ex partner.

Anche i minori sono vittime della violenza di genere

le violenze verbali e quelle fisiche, oltre alla condizione di costante terrore che permea la vita familiare, generano nei figli inquietudine, ansia, aggressività, comportamenti adultizzati di accudimento verso i familiari, disturbi del sonno.

Nei casi di femminicidio, queste gravi conseguenze culminano in una situazione ancora più estrema e drammatica. Con il bambino che resta solo, traumatizzato, orfano della madre e con il padre in carcere, talvolta suicida.

Come sottolineato dall’autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, il trauma si accompagna a difficoltà materiali, sociali, economiche. Per questo motivo la legge 4 del 2018 ha introdotto una serie di tutele e previsioni di garanzia per gli orfani di crimini domestici.

Quali tutele per i figli delle vittime?

Con la norma citata è stato rafforzato il sistema di tutele dei figli delle vittime di omicidio commesso dal coniuge o dal convivente. I femminicidi sono la parte preponderante del fenomeno, ma la legge tutela tutti i casi, senza connotazione di genere

Molte delle previsioni normative sono finalizzate a tutelare la condizione materiale degli orfani di crimini domestici. Come il patrocinio a spese dello stato, sia nel processo penale che in quello civile. Il sequestro conservativo dei beni dell’indagato, a garanzia del risarcimento dei danni civili subiti dai figli della vittima. Un anticipo (la cosiddetta provvisionale) non inferiore al 50% del presumibile danno per i figli costituiti come parte civile.

La sospensione dalla successione per l’indagato e l’indegnità a succedere in caso di condanna per omicidio. In caso di rinvio a giudizio, è prevista l’attribuzione della pensione di reversibilità ai figli della vittima, senza obbligo di restituzione.

La condizione degli orfani di crimini domestici

Il requisito affinché queste tutele siano effettivamente garantite nei casi concreti è una verifica nell’attuazione delle misure. Gli strumenti normativi intervengono infatti su un fenomeno tanto drammatico quanto complesso da monitorare. Sia perché si tratta di reati in cui i processi penali spesso sono ancora in corso, sia perché le istituzioni coinvolte sono numerose e intervengono su piani diversi: dai tribunali ai servizi sociali dei comuni.

La premessa è un censimento dei singoli casi e delle diverse situazioni, andando a comprendere meglio la condizione vissuta dagli orfani di crimini domestici. In questo senso un’opera di censimento preziosa, pur nei limiti dati dalla difficoltà di ricostruire in modo univoco un fenomeno complesso, è stata svolta su iniziativa dell’autorità garante dell’infanzia dall’istituto degli innocenti.

A partire dai dati sui femminicidi raccolti dalla Casa delle donne di Bologna attraverso l’analisi della rassegna stampa, è stato estratto un elenco di vittime tra 2016 e 2018. Le fonti non sempre consentono di risalire alla presenza di figli minorenni. Quando non specificata, è stata ipotizzata in base all’età della vittima, consentendo di selezionare quasi 150 casi nel triennio.

Attraverso questi dati, l’autorità garante ha poi richiesto ai tribunali per i minorenni di inviare i provvedimenti adottati, avviando anche una consultazione dei servizi sociali territoriali coinvolti.

L’analisi di queste informazioni, ancorché frammentarie e parziali, offre uno sguardo drammatico del fenomeno. Dei 42 minori orfani di femminicidio, la grande maggioranza (78,6%) aveva meno di 12 anni al momento della morte della madre (33 in totale).

 

Fonte: Openpolis
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