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Il nuovo PNRR non piace alla Corte dei Conti: affossa la sanità pubblica

lentepubblica.it • 20 Marzo 2024

nuovo-pnrr-corte-dei-conti-sanitaLa Corte dei Conti critica apertamente il nuovo PNRR targato governo Meloni e i suoi tagli alla sanità pubblica: lo ha reso evidente in una memoria depositata pochi giorni fa in occasione di un’audizione davanti alla commissione bilancio alla Camera.


Secondo i giudici contabili il decreto analizzato dalla Camera ha diversi obiettivi complessi, tra cui individuare le risorse finanziarie necessarie per implementare pienamente il nuovo PNRR concordato con la Commissione europea. È previsto anche il potenziamento delle procedure e delle strutture amministrative per superare le difficoltà emerse nell’attuazione del Piano.

Per far fronte ai nuovi oneri finanziari, il decreto prevede maggiori spese in conto capitale nel primo anno, che aumentano progressivamente fino a raggiungere circa 5 miliardi di euro nel 2025. Le coperture per questi fabbisogni finanziari provengono principalmente dalla riduzione delle spese in conto capitale e da risparmi sulla spesa corrente.

Complessivamente, il decreto prevede una serie di tagli e riduzioni di fondi destinati a diverse aree e progetti, al fine di garantire la copertura finanziaria per i nuovi obiettivi del PNRR. Tuttavia, la Corte dei Conti ha sottolineato la necessità di maggiore chiarezza riguardo alle misure che comportano un aumento dei costi e ha evidenziato il rischio di ritardi nell’attuazione delle nuove iniziative.

E sopratutto ha fatto presente, nella sua memoria, che questi tagli andranno a toccare in modo particolare la sanità pubblica: scopriamone di più.

Il nuovo PNRR non piace alla Corte dei Conti: troppi tagli alla sanità pubblica

La Corte dei Conti ha espresso critiche nei confronti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) proposto dal governo guidato da Meloni, sottolineando in particolare la riduzione dei finanziamenti destinati alla sanità pubblica. Una delle modifiche apportate dal governo Meloni al PNRR comporta una riduzione di 1,2 miliardi di euro da una delle mission relative alla sanità, con la promessa di sostituire questi fondi con altri. Tuttavia, la Corte dei Conti ha evidenziato che ciò comporterà un ritardo nei tempi, in quanto sarà necessario attendere la disponibilità dei nuovi finanziamenti.

Nello specifico il decreto PNRR-quater ha previsto una riduzione di:

  • 642,6 milioni di euro per quanto riguarda gli “ospedali sicuri e sostenibili”
  • e di 132,6 milioni per l'”ecosistema innovativo della salute”.

Si prospetta il trasferimento di gran parte di queste risorse verso il fondo ordinario per l’edilizia sanitaria istituito con la manovra finanziaria del 1988.

Secondo la Corte dei Conti, al 31 dicembre 2023 gli stanziamenti non ancora utilizzati per quel fondo ammontavano a 9,9 miliardi di euro, già ripartiti tra le Regioni ma non ancora utilizzati effettivamente. Questo perché il loro utilizzo è subordinato alla disponibilità di finanziamenti compatibili con gli obiettivi di finanza pubblica. In altre parole, sebbene le risorse siano previste dalla legislazione vigente, non sono garantite nel bilancio tendenziale e richiederanno una specifica copertura.

Un altro punto sollevato dalla Corte riguarda la mancata esplicitazione delle misure per le quali è previsto un aumento dei costi. Secondo i magistrati contabili, sarebbe stato opportuno indicare in modo chiaro i progetti che comportano un aumento dei costi, in modo da fugare dubbi sulla necessità di integrazioni degli stanziamenti di spesa.

Quali conseguenze per i cittadini?

Per i giudici contabili questi tagli alla sanità pubblica rischiano di mettere a rischio il diritto fondamentale alla salute di tutti i cittadini, compromettendo la capacità del sistema sanitario di rispondere alle esigenze della popolazione e di affrontare le sfide future in modo efficace e tempestivo.

Uno degli effetti immediati di questi tagli potrebbe essere un allungamento dei tempi per l’implementazione dei  progetti. Questo ritardo potrebbe avere conseguenze dirette sulla salute e sulla sicurezza dei cittadini, con la possibilità di una maggiore esposizione a rischi sanitari e di un peggioramento delle condizioni di salute pubblica.

Inoltre, la mancanza di chiarezza riguardo alle misure che comportano un aumento dei costi e la necessità di integrazioni degli stanziamenti di spesa potrebbe generare incertezza e instabilità nel sistema sanitario, compromettendo la pianificazione e l’efficacia delle politiche sanitarie. La gestione finanziaria incerta potrebbe anche portare a una diminuzione della fiducia nell’intero sistema sanitario da parte dei cittadini e degli operatori sanitari, con possibili ripercussioni sulla qualità dell’assistenza fornita e sulla motivazione del personale medico e infermieristico.

Infine, la riduzione dei finanziamenti potrebbe aggravare le disuguaglianze nell’accesso ai servizi sanitari, penalizzando soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione, come anziani, disabili e persone a basso reddito. Ciò potrebbe contribuire a un aumento delle disparità di salute tra i diversi gruppi sociali, minando gli sforzi per garantire un sistema sanitario equo e inclusivo.

Il testo della memoria della Corte dei Conti

Qui il documento completo.

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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