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Per la Consulta anche i messaggi su Whatsapp sono “corrispondenza”

lentepubblica.it • 7 Agosto 2023

consulta-messaggi-whatsapp-corrispondenzaIl caso in esame riguarda il conflitto proposto dal Senato nel cosiddetto “Caso Renzi”: la Consulta ha ribadito che i messaggi su Whatsapp rappresentano vera e propria “corrispondenza”.


La Corte costituzionale ha accolto il conflitto di attribuzione proposto dal Senato nei confronti della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Firenze, nella parte in cui era diretto a contestare la legittimità dell’acquisizione di corrispondenza del senatore Renzi in violazione dell’art. 68, terzo comma, della Costituzione.

Per la Consulta anche i messaggi su Whatsapp sono “corrispondenza”

Con sentenza n.170 del 2023, la Corte ha dichiarato che la Procura non poteva acquisire, senza preventiva autorizzazione del Senato, messaggi di posta elettronica e whatsapp del parlamentare, o a lui diretti, conservati in dispositivi elettronici appartenenti a terzi, oggetto di provvedimenti di sequestro nell’ambito di un procedimento penale a carico dello stesso parlamentare e di terzi.

Tali messaggi sono stati ritenuti riconducibili alla nozione di «corrispondenza», costituzionalmente rilevante. In tal caso, infatti, la tutela dei messaggi non si esaurisce, come invece sostenuto dalla Procura, con la ricezione del messaggio da parte del destinatario, ma perdura fin tanto che esso conservi carattere di attualità e interesse per gli interlocutori.

Gli organi investigativi – ha precisato la Corte – sono abilitati a disporre il sequestro di “contenitori” di dati informatici appartenenti a terzi, quali smartphone, computer o tablet.

Tuttavia, qualora riscontrassero la presenza in essi di messaggi intercorsi con un parlamentare, debbono sospendere l’estrazione di tali messaggi dalla memoria del dispositivo e chiedere l’autorizzazione della Camera di appartenenza per poterli coinvolgere nel sequestro. Ciò a prescindere da ogni valutazione circa il carattere “occasionale” o “mirato” dell’acquisizione dei messaggi stessi.

La Corte non ha invece accolto il ricorso nella parte in cui si contestava l’acquisizione da parte della Procura, senza autorizzazione, dell’estratto del conto corrente personale del Senatore Renzi, in quanto non risultava spedito dalla banca al parlamentare, ma allegato a segnalazioni di operazioni bancarie provenienti da uffici della Banca d’Italia.

Il testo completo della Sentenza

Potete consultarla direttamente qui.

 

 

Fonte: articolo di redazione lentepubblica.it
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